Padova Quattro ore. Tanto ci hanno messo i carabinieri, i medici e il marito a convincere Monica Cabrelle, 35 anni, a separarsi dal corpo del figlio Alessandro che lei stessa aveva straziato a coltellate. Quattro ore col cadavere insanguinato, avvolto in una coperta e stretto nellultimo, disperato, inconsapevole abbraccio. Il bambino avrebbe compiuto tre anni a gennaio e sulla villetta di Pieve di Curtarolo, venti chilometri da Padova, brilla ancora il fiocco rosa dedicato alla nascita della seconda figlia. Il marito, Gianni Bellato, 40 anni, che sabato sera ha scoperto la tragedia rientrando in casa allora di cena dopo essere passato a prendere le pizze, non sa trovare un perché.
Intanto la giustizia deve fare il suo corso, anche se in questi casi la giustizia centra poco. Il pm di Padova, Orietta Canova, ha disposto il fermo per omicidio volontario della donna, ma è chiaro fin dora che dovrà essere il reparto di psichiatria dellospedale patavino, dove è stata ricoverata Monica Cabrelle dopo quelle quattro ore di commiato dal figlio ucciso, a cercare di rimettere insieme i cocci di unesistenza evidentemente stracciata da quella che i manuali di medicina derubricano alla voce depressione post parto.
Il magistrato, per dovere dufficio, ha anche disposto lautopsia del corpo del bambino, e sta verificando se sia possibile sentire la madre, compatibilmente con le condizioni di salute che non sono buone.
I medici lhanno sedata e dovranno monitorare con attenzione il ritorno alla tragica realtà da parte di una donna che, come ha poi rivelato lo stesso marito agli inquirenti, non aveva reagito benissimo al secondo parto. Bellato avrebbe raccontato ai carabinieri che la moglie era diventata un po strana, taciturna, cose che capitano, comunque, nella gestione di una famiglia che si allarga.
E che, di sicuro, non facevano minimamente pensare a un epilogo del genere. Anche perché in famiglia non cerano problemi di sorta e, come testimoniano i vicini, la coppia era felice e viveva la vita del quartiere.
«Mia figlia è una brava mamma - dice disperato e incredulo Domenico, il padre di Monica - veniva sempre qui con i bambini.
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