A forza di fare lecumenico del tifo, di salire sui carri sportivi di ogni colore per far dimenticare ai romani la sua fede bianconera - che nella capitale corriponde a un marchio di infamia - il sindaco Walter Veltroni ieri ha finito per inciampare nel pallone. Lo ha fatto nel corso delle celebrazioni per il 107° compleanno della Lazio in Campidoglio, di cui riferiamo a fianco. Pur di captare la benevolenza dei tifosi biancocelesti presenti allevento, Veltroni ha promesso di impegnarsi «a intitolare una strada a Tommaso Maestrelli, lallenatore dello scudetto del 1974». Ahi, ahi, caro sindaco. Sarebbe bastato consultare un banale «Tuttocittà» per scoprire che via Maestrelli cè già, allArdeatino.
Qualcuno glielo fa notare e il sindaco, che evidentemente difetta dellautocritica che un tempo era nel kit di qualsiasi buon comunista, si picca e chiarisce (per bocca del suo ufficio stampa, come è uso fare quando cè da espletare qualche fastidiosa impellenza): «Il sindaco intendeva riferirsi alla necessità di intitolare allo storico allenatore della Lazio qualcosa di più visibile rispetto a una piccola via di poche decine di metri nellXI municipio». Una frase che assomiglia a una toppa malmessa. Anche perché con la toponomastica forse si può scherzare, ma con il tifo no...«Una via per Maestrelli» Ma allArdeatino cè già
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