Il maestro più amato nei migliori teatri di Caracas

Il giovanissimo direttore d’orchestra venezuelano il prossimo lunedì e il 19 maggio sarà sul podio della Filarmonica della Scala

È il «più interessante nuovo direttore del pianeta». Si tratta di Gustavo Dudamel, l'ultimo pupillo di Claudio Abbado. Uno che quando nomina l'adorato Claudio si illumina di immenso e quando parla di Mahler, specchio di quella tristezza che è l'altra anima dell'indole latinoamericana, si strugge di malinconia. Uno la cui verginità psicologica, risolta in gestualità attenta e armoniosa, riesce a impregnarsi in pensieri complessi e talvolta nemmeno suoi. Uno, infine, che conosce a memoria la III di Mahler. La sinfonia che figura nella locandina di 25 anni fa accanto al nome di Abbado fondatore della Filarmonica al debutto.
Il giovane, scoperto congiuntamente da Abbado e Simon Rattle, baciato da una straordinaria musicalità e oggi direttore musicale a Los Angeles, torna per la terza volta sul podio della Filarmonica della Scala. Teatro dove ha già diretto Don Giovanni e sta per affrontare Bohème. Venezuelano, 27 anni, Gustavo è un figlio del programma José Antonio Abreu. L'ex ministro che ha trasformato la musica in progetto sociale mettendo a punto un maxi-sistema finanziato pubblicamente che ne utilizza lo studio per sottrarre da strada, droga e criminalità i ragazzi dei barrios e quanti sono sotto la soglia della povertà. Il nostro, nato in un centro agricolo a quattro ore da Caracas, in realtà è un figlio d'arte attratto dal metodo Abreu e divenuto presto il direttore musicale dell'orchestra giovanile Simòn Bolìvar, quella che accorpa il meglio del Paese. Il resto è attualità di tale prestigio da riportare appunto Dudamel alla Scala per la quinta volta: tre sinfonici e due opere.
Sui leggii del 12 e del 19 maggio Chichester Psalms di Leonard Bernstein (Iestyn Davies controtenore) e Sinfonia n. 1 Titan di Mahler. Con Mahler prosegue un progetto della Filarmonica iniziato con l'esecuzione della sinfonie quinta e terza. Leonard Bernstein è invece inserito in concomitanza con il Festival Pianistico di Brescia e Bergamo che quest'anno è appunto dedicato al compositore americano (e del quale, alla Scala, c'è appena visto Candide).
I Salmi furono commissionati a Bernstein nel 1965, all'epoca della terza sinfonia Kaddish, omaggio alle origine ebraiche dell'autore che anche nei Salmi destinati alla Cattedrale di Chichester utilizza la lingua ebraica per i numeri 100 e 108 (prima parte), 2 e 23 (seconda parte), 131 e 133 (terza parte). La prima ha luogo a New York nel '65. Nel lavoro la gioia prende il posto della cupa spiritualità della Kaddish, scritta in morte di J.F. Kennedy. La parte solista (voce di David) può essere affidata a un controtenore o a una voce bianca. Possibilità entrambe contemplate: una la sera del 12 e una alla replica del 19.

La prima di Mahler, completata nel 1988, è presentata l'anno successivo a Budapest dallo stesso compositore. Il titolo Titan riprende quello di un romanzo di Jean Paul. In locandina anche il Coro della Scala diretto da Bruno Casoni.

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