Cultura e Spettacoli

La magìa della luce e dei colori di Federico Barocci

A Siena fino al 10 gennaio in mostra i capolavori di un maestro la cui fama nel Cinquecento fu in tutto il mondo pari a quella di Raffaello, Michelangelo e Tiziano

La magìa della luce e dei colori di Federico Barocci

La magìa della luce e del colore torna a risplendere. Un omaggio alla pittura di Federico Barocci (1535-1612) quella che a partire da domani e fino al 10 gennaio 2010, Siena dedica al maestro urbinate nel Complesso Museale Santa Maria della Scala. Trentaquattro opere in esposizione e tra queste, alcune recentemente restaurate come la Deposizione del Duomo di Perugia e il Perdono di Assisi dalla chiesa di San Francesco a Urbino (nella foto) e il Perdono di Assisi dalla chiesa di San Francesco a Urbino.
"Federico Barocci (1535-1612). L'incanto del colore. Una lezione per due secoli" il titolo dell'esposizione a cura di Claudio Pizzorusso e Alessandra Giannotti, dedicata al genio di uno dei maestri la cui fama in Italia, Spagna, Boemia, Baviera e nelle Fiandre fu pari, nel corso del Cinquecento, a quella di Raffaello e Michelangelo, di Tiziano e Correggio. I capolavori provengono dai musei di Londra, Parigi, Vienna, Roma, Napoli, Firenze, Perugia, Urbino e da altri importanti centri come Senigallia e Assisi.
L'evento senese vuole essere un omaggio all'importanza che l'arte di Federico Barocci ha assunto nello sviluppo della civiltà artistica italiana ed europea dal Cinque al Settecento. Poche sono le aree dell'Italia pittorica che in questo periodo non hanno risentito del fascino del maestro urbinate, tramite le opere inviate a Roma, Perugia, Loreto, Arezzo, Genova, Madrid, Praga, tramite la diffusione delle stampe di sua mano o di altri importanti incisori e tramite la circolazione collezionistica dei suoi disegni. Barocci raggiunse così una notorietà direttamente proporzionale all'isolamento esistenziale nel quale si era voluto rifugiare dopo il suo brusco e pressoché definitivo rientro in patria da Roma.
Il viaggio alla scoperta delle suggestioni della luce e del colore che caratterizzano le atmosfere del maestro urbinate si arricchisce dunque di altri importanti temi. Un'ampia parte della mostra è dedicata a quegli artisti che in varia misura e in vario modo, con fedele adesione o con maggiore autonomia, hanno trovato in Barocci una fonte di ispirazione: non solo artisti a lui contemporanei o di poco successivi, come Annibale, Ludovico e Agostino Carracci, Lodovico Cigoli, Bernardo Strozzi, Guido Reni, Pietro da Cortona, fino a Rubens e Van Dyck, ma anche coloro che, a maggior distanza di tempo e di cultura, ne hanno raccolto il messaggio, tra cui Giuseppe Maria Crespi, Rosalba Carriera, Jean-Antoine Watteau, Jean-Honoré Fragonard. Una particolare sezione è dedicata ai pittori senesi Francesco Vanni, Ventura Salimbeni, Alessandro Casolani e Rutilio Manetti che hanno fornito una freschissima rilettura del maestro, contribuendo non poco alla divulgazione della sua fama.
"Federico Barocci (1535-1612). L'incanto del colore.

Una lezione per due secoli" - promossa da Comune di Siena, Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico e Etnoantropologico per le province di Siena e Grosseto, Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici delle Marche, Università per Stranieri di Siena e Fondazione Monte dei Paschi di Siena - resterà aperta presso il Complesso Museale Santa Maria della Scala dal 11 ottobre al 10 gennaio 2010, tutti i giorni, festivi compresi, dalle ore 10,30 alle ore 19,30. Catalogo - Silvana Editoriale. Informazioni: Complesso Museale Santa Maria della Scala, tel. 0577 224811-224835; www.santameriadellascala.com.

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