RomaSe il figlio di Letizia vive a Gotham City, la cognata del sindaco, Milly, ha la residenza nel Paese delle Meraviglie, quello di Alice. Lei che da nubile si chiama Bossi e da moglie Moratti (suo marito è il petroliere Massimo), non sopporta né gli uni né gli altri, detestando cordialmente anche i carburanti della sua Saras, da pasionaria dellecologia e del trasporto su bici qual è. I rapporti con la candidata del Pdl si sono guastati negli ultimi tempi, vuoi perché si incrociano sempre meno nella villa di Imbersago, causa impegni, vuoi soprattutto perché sono luna contro laltra armate per le amministrative di Milano.
Milly guida una lista civica, di uno chic folle, che appoggia Pisapia, lo sfidante principale del sindaco uscente. Con un programmino da leccarsi i baffi: meno inquinamento, più piste ciclabili, più «negozi civici» (belli, ma cosa sono?). A Milly Moratti la Milano di Letizia non piace per nulla, una città di egoisti, commercianti avidi, tubi di scappamento che non scappano però alle centraline anti-smog messe su dalla sua Chiamamilano, unassociazione carinissima «che ha fatto diventar matto Formigoni» (dice lei a Repubblica), quel ciellino che «manovra» sua cognata, mai entrata in Cl ma comunque «ostaggio delle lobby finanziarie della città», di cui certamente non fanno parte i Moratti ramo Milly. Il simbolo della sua lista, unarancia, sarebbe più appropriato per le comunali di Siracusa, non di Milano dove di agrumi ne crescono pochini, ma devessere anche questo colpa dellincuria amministrativa dei Moratti, ramo Letizia.
Milly, da fisico teorico (e non può dirsi fisica «per colpa del maschilismo» della cultura scientifica), riesce ad astrarre con grande facilità. Si astrae anche dagli affari del marito, visto che si meraviglia che «la Borsa non rispecchi» il fatto che «la Saras va bene», «non capisco questa divergenza». Chiedere informazioni a Massimo, quando si cena insieme in via Bigli, no? Di solito cucina lei, ma sempre «in ritardo» raccontano i suoi biografi, «perché non riesce a fare tutto nei tempi giusti. Gira in bicicletta e lascia lautista al marito. È dispersiva nel parlare e a Natale fa regali non consumistici, incartati in sacchi di iuta».
Sul nipote e la sua Bat-caverna ha unopinione composita. Se cè qualcosa da rimproverare, bisogna farlo con Letizia, perché «se ci sono delle regole devi rispettarle, specie se sei il sindaco», meno se sei il figlio del sindaco. Gabriele Moratti, povera stella, ha invece il merito di non aver chiesto la casa in centro, come fa la «buona borghesia» milanese (detto con un po di schifo, detto da una Moratti ma ramo Milly), ma parecchio lontano dal Duomo, ed è «bello che un giovane cerchi spazi nuovi in periferia». Sulle regole per lassegnazione delle case del Pio Albergo Trivulzio, centralissime e praticaente ad equo canone, come quella dove stava la compagna di Pisapia (il candidato che la Milly sostiene), invece non cè astrazione che tenga: niente da dire proprio. Al Paese delle Meraviglie la notizia non è arrivata.
La sua lista non risulterà la più votata, ma ha già scalato la vetta del trendy. Lelenco dei candidati sembra il parterre di una serata di gala Telethon (larea è quella, essendo Milly una grande finanziatrice nonché presidente di Emergency). Fior fiore di intellettuali, editori, attori, gente che vuole una Milano sostenibile, ricoperta di iuta.
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