Magistratura

Spiavano anche il Cav per sbarrargli il Colle

Tra le "Sos" che il tenente Striano passò al Domani pure il "misterioso bonifico" a una donna

Spiavano anche il Cav per sbarrargli il Colle

Tu chiamali, se vuoi, paradossi. Il cortocircuito interno alla magistratura e le sue liasons dangerouses con i giornalisti mostra tutte le storture di un Sistema che ha condizionato la politica a colpi di dossier e fango, alimentando articoli di giornali e gossip. E proprio la Procura di Perugia che indaga sui presunti dossieraggi del tenente Gdf Pasquale Striano e le soffiate al quotidiano Il Domani, che avrebbero influito anche sulla corsa di Silvio Berlusconi al Colle, si ritrova un caso di spionaggio in casa. Sull’inchiesta condotta da Raffaele Cantone si abbatte infatti la bomba delle chat con magistrati, giornalisti e investigatori (rivelate ieri dalla Verità) allegate agli atti del procedimento chiuso con un patteggiamento a un anno e due mesi (sentenza definitiva) contro Raffaele Guadagno, il cancelliere del Tribunale umbro accusato di una serie di accessi abusivi all’Ufficio esecuzione, proprio nel giorno in cui il Pg di Perugia Sergio Sottani bacchetta Cantone (ma non solo lui) per le sue rivelazioni su Striano alla commissione Antimafia sulle indagini, ritenute troppo «colpevoliste».

Andiamo con ordine. Ieri il quotidiano il Tempo ha ricostruito il legame tra una serie di Sos (Segnalazione di operazione sospetta) e alcuni articoli del Domani, quotidiano di Carlo de Benedetti firmati da Giovanni Tizian, indagato da Cantone nell’inchiesta che coinvolge anche il pm della Direzione nazionale antimafia Antonio Laudati. In particolare, secondo la ricostruzione del quotidiano diretto da Tommaso Cerno, tra le 58 Sos girate da Striano ai cronisti «amici», alcune riguarderebbero il Cavaliere nel periodo tra il 24 e il 29 gennaio 2022, quando Berlusconi era tra i papabili del centrodestra per il Colle. Si tratta di una Sos relativa a una serie di bonifici per 70mila euro che Berlusconi avrebbe dato a Julinda Llupo, una ragazza albanese che gestisce una società di affittacamere a Roma, e di un bonifico da 1,1 milioni in Svizzera. Il 20 gennaio di due anni fa il Domani titola Berlusconi e i soldi alla donna misteriosa, i sospetti dell’antiriciclaggio. Due giorni dopo l’ex premier fa un passo indietro con una lettera e rinuncia al Colle.

Le segnalazioni sul Cavaliere non hanno portato a nulla, ma tanto è bastato per inquinare il dibattito politico con illazioni e fango. Di questo è convinto lo stato maggiore di Forza Italia, dal capogruppo al Senato Maurizio Gasparri alla vicepresidente di Palazzo Madama Licia Ronzulli: «Siamo al killeraggio politico su commissione», dice la senatrice azzurra, mentre Gasparri parla di «persecuzione giudiziaria e mediatica che mina le fondamenta della nostra Costituzione». Dopo aver parlato con Il Giornale assicurando di aver lavorato «con onestà» Striano preferisce tacere, a parlare è il suo legale Massimo Clemente che alla Stampa assicura: «Dietro il mio assistito non ci sono né mandanti politici né servizi segreti».

Ma la quiete della Procura che deve appurare se Striano ha agito da solo e seguendo le regole è scossa dai veleni che trasudano da un paio di inchieste sugli stessi magistrati del capoluogo umbro e che sfiorano anche il processo a Luca Palamara, l’ex leader di Unicost e dell’Anm cacciato dalla magistratura grazie alle indagini di una dei magistrati più importanti di Perugia, Gemma Milani. Colpa di un articolo del sito Umbria24 (smentito da Cantone) sugli equilibri interni alla Procura uscito il 18 gennaio del 2022, curiosamente nello stesso periodo dell’inchiesta del Domani sul Cavaliere. «Ricostruzione fantasiosa» scrisse al tempo il procuratore capo.

Peccato che il giornalista autore del pezzo sia il compagno della Milani. In Procura lo sanno, e a parlarne sono Guadagno e due magistrati amici suoi, che successivamente indagheranno sul cancelliere 59enne (oggi in pensione e fuori dall’Umbria) difeso dall’avvocato Chiara Lazzari, senza astenersi nonostante l’inopportunità. «Per ora il capo (Cantone, ndr) sta con lei (la Milani, ndr)», si dicono Guadagno e un ufficiale di Pg. Il cancelliere, molto amico anche della Milani, come rivelerebbero altre chat, avrebbe sbirciato anche i fascicoli di Palamara (gli accessi sarebbero stati diverse centinaia), tanto che una parte di questi documenti era finita sui giornali. Nelle chat si parla anche di un «disegno supremo» che porterebbe la Milani a guidare una Procura («Spoleto, Fermo, Pistoia», si legge nei messaggini depositati agli atti).
Di recente i due magistrati che chattavano con il cancelliere amico - difeso dalla moglie di un altro magistrato perugino hanno chiesto per lo stesso Palamara una nuova condanna.

È forse questo il «disegno supremo» di cui si parla nelle chat? Tanto basterebbe al Csm per aprire una pratica per incompatibilità ambientale, al Pg presso la Cassazione di aprire un’inchiesta e al ministro della Giustizia Carlo Nordio per mandare i suoi ispettori a Perugia.

Complicando ancor di più un’indagine sul Sistema che da anni condiziona la vita politica, ben oltre i limiti dell’eversione.

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