da Roma
La Casa delle libertà non ricorrerà ai veleni per vincere le prossime elezioni politiche. «No, non certo da parte nostra», ha detto il premier Silvio Berlusconi rispondendo a chi ieri gli ha chiesto se il centrodestra approfitterà in qualche modo delle difficoltà in cui si è trovato il centrosinistra, inaugurando una campagna elettorale di accuse reciproche. Questo non significa che sia cambiato il suo giudizio sulle vicenda Unipol: «È una situazione inaccettabile il fatto che ci siano delle giunte rosse che danno gli appalti alle cooperative e che non pagano le imposte e danno gli utili ai partiti rossi. Questa è veramente una cosa inaccettabile», ha detto ieri ribadendo un concetto già espresso mercoledì. E a chi - come il leader dellUnione Romano Prodi - ha cercato di zittirlo accusandolo di essere stato a sua volta protagonista di intrecci tra poteri privati e pubblici, il Cavaliere non fa concessioni: «Io non ho mai fatto affari con la politica. Anzi ho perso... ». «Tutti quelli che stanno accanto» a Berlusconi «e che hanno collaborato con lui in questi anni lo possono testimoniare», gli ha fatto eco il sottosegretario alla presidenza Paolo Bonaiuti.
Alla maggioranza non sono piaciute nemmeno le reazioni dei Ds alle ultime rivelazioni. Dal Botteghino «emerge solo rabbia, arroganza e perfino toni minacciosi rivolti sia ai propri alleati sia alla maggioranza di governo», ha osservato il coordinatore di Forza Italia Sandro Bondi che interpreta questa reazione come un rifiuto a «uscire dal bunker affrontando una vera riflessione autocritica, come li ha spronati a fare Romano Prodi». Il riferimento è allinvito a resistere di Luciano Violante («non ci cospargeremo il capo di cenere»), allavvertimento di Pierluigi Bersani («se la Cdl ci calunnierà troverà pane per i suoi denti») e alle bordate di DAlema contro gli «autodafè» degli alleati.
Nel governo cè anche chi, come il ministro della Salute Francesco Storace, scherza con lidea di un centrosinistra spettatore, al massimo tifoso della scalata di Unipol: «La curva sud di via Nazionale sarà pure tutta onesta, ma pare che la tifoseria sventolasse le bandiere di unassociazione a delinquere». Nessuno entra nel merito delle accuse ai vertici di Unipol né si fanno congetture su chi abbia intascato i fondi su cui stanno indagando i giudici. Ma la condanna politica è netta: «Nessuno può dire che siano circolati soldi, ma certamente il coinvolgimento dei Ds nella gestione delle scalate finanziarie appare vistoso», ha osservato Maurizio Gasparri, dellesecutivo di Alleanza nazionale. «Il timore dei Ds è che cali la maschera dei rapporti nelle regioni rosse tra enti e movimento cooperativo rosso», aggiunge il senatore dellUdc Maurizio Ronconi, secondo il quale «cè l'imbarazzo della scelta tra banche, ipermercati, costruzioni, polizze assicurative». Accuse anche a Prodi, che mercoledì ha preso le distanze dai Ds: «È comico che se ne scandalizzi il candidato della coalizione che su quel complesso» politico-affaristico «si regge», ha osservato Lucio Malan, vicepresidente del Gruppo Forza Italia al Senato. Daltro canto, ha aggiunto il capogruppo azzurro allEuroparlamento, «Prodi farebbe bene a rimanere in silenzio e a riflettere sul modo clientelare con cui ha gestito la Commissione europea». Al vertice delle istituzioni europee «trovavano spazio i vertici della sua Nomisma e le promozioni venivano paracadutate dallalto per valorizzare i collaboratori del presidente provocando indignate reazioni dei sindacati del personale». Tutti argomenti che potrebbero essere spesi in campagna elettorale. Almeno così vorrebbe Gianni Baget Bozzo, sacerdote, politologo e consigliere di Silvio Berlusconi, sicuro che il presidente del Consiglio dovrebbe sfruttare le «difficoltà».
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