Il malessere della base dimenticata

Il malessere che serpeggia ai vertici di Forza Italia di Genova e della sua provincia è ben poca cosa in confronto alla cocente delusione che ha avvelenato la base. L’entusiasmo della vittoria, merito «anche» di chi ha battuto il territorio, ha raccolto firme e offese, ha combattuto con la Tramontana ed il Libeccio, si è trasformato in attesa prima, in sconforto dopo. Non ci si può permettere di trattare la gente come fosse un fazzoletto usa e getta e la buona volontà di qualche onorevole non colma l’arrogante indifferenza di altri che si muovono con la sicumera di chi tutto può permettersi e al quale tutto è concesso. Sarebbe stato un buon inizio di legislatura se dentro il salone del comitato regionale ci fossero state presenze... allargate (a prescindere da chi ne aveva titolo e chi no), ma quella Turris Eburnea dalla quale anche la sottoscritta (che ai tempi del coordinatore Nan vi ha lavorato attivamente e costruttivamente) è stata «cacciata» senza motivo né per demerito, continua a restare l’isola (felice?) di pochi e sceltissimi «eletti». Zero contatto con la base, zero coinvolgimento, zero desiderio di ascoltare chi, conoscendo il territorio, forse qualche idea può permettersi di suggerirla.
Come riusciremo a trasformarci in Popolo della libertà se non siamo capaci di essere uniti e coesi come iscritti di Forza Italia? (Per non parlare dei simpatizzanti che cominciano a guardare verso altri lidi, quale la Lega!).
So bene che certe cose non vanno né dette né scritte, pena la coscrizione, ma fa davvero male pensare e sapere che tante persone d’eccellenza vengono emarginate. (E non voglio avere la presunzione di parlare pro domo mea, visto che non mi sento un’eccellenza).


Perché forse potrebbero apparire troppo in gamba e mettere in ombra chi vuole stare da solo alla ribalta.
Questi primi due mesi non sono stati felici, però c’è tempo per cambiare!
* Consigliera municipale
Centro Est - Forza Italia

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