da Roma
Preceduto dallallarme della Corte dei Conti sulla spesa pubblica, il governo incontra stamattina le parti sociali: a sindacati e imprenditori, il governo dovrebbe illustrare le linee-guida della manovra-bis e del Dpef. Nel pomeriggio, il governo sarà impegnato in un vertice sulla Tav.
I contenuti della manovra sono ancora confusi. Per ora, il ministero dellEconomia smentisce le voci circolate ieri di un possibile prelievo forzoso (tipo quello del governo Amato nel 92) sui conti correnti bancari: «Provvedimenti simili non saranno adottati né ora né in futuro - precisa via XX Settembre -, la diffusione di simili indiscrezioni rischia di creare pericolosi allarmi fra i cittadini e nei mercati». Il menù che Prodi, Padoa-Schioppa e Visco illustrano a imprese e sindacati è fatto di tagli e interventi fiscali. Ancora incerto il quantum, che dipende anche dallandamento dellautotassazione di giugno. «Per ora, i dati sono buoni - dice il sottosegretario Alfiero Grandi -, aspettiamo il 30 giugno per quelli definitivi». La manovra-bis viaggia fra un minimo di 7 e un massimo di 10 miliardi: metà di questi verranno dalla lotta allevasione e al sommerso. Nel mirino di Visco i crediti Iva creati in maniera surrettizia (false fatturazioni ed altri artifici contabili) e il lavoro nero nelledilizia. Gran parte delle maggiori entrate fiscali dovrà finanziare la riapertura dei cantieri delle Fs e dellAnas.
Per i tagli alle spese, Padoa-Schioppa dovrà puntare sulla riduzione delle spese intermedie della pubblica amministrazione e sulla Sanità. A questo proposito, intervenendo alla Camera, il ministro dellEconomia ha assicurato che il governo è impegnato a revocare gli aumenti dellIrap nelle sei Regioni che hanno sforato i tetti di spesa sanitaria. «Se la collaborazione con le Regioni - ha detto - produrrà frutti in tempi rapidi, cercheremo di revocare le maggiorazioni scattate a giugno».
Emergono intanto preoccupazioni fra le agenzie di rating. Ieri, la Standard & Poors, una delle principali società di valutazioni del debito, ha chiarito che «senza misure coerenti sulla riduzione del debito pubblico, questanno il rating di lungo periodo dellItalia potrebbe essere abbassato». Allo stesso tempo, i sindacati premono per una manovra leggera, che non freni la ripresa delleconomia reale.
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