Manovra, il sindacato sprona i politici locali: «Siano i primi a ridurre stipendi e consulenze»

«È vero che Roma ha le sue colpe, però in questo contesto ci dovrebbero essere segnali chiari anche dalla Lombardia. Qui vengono chiesti sacrifici e rinunce a tutti, benissimo. Ma allora bisogna spiegare ai cittadini cosa si può fare. E non si tratta di un’operazione giustizialista». Il segretario generale della Uil Lombardia Walter Galbusera pensa al prossimo tavolo con la Regione in cui discutere delle misure anti-crisi previste dal governo. E riflette sui tagli alla politica. «È un altro aspetto su cui potremmo avere una convergenza fra forze sociali ed enti locali. Si parla spesso di realtà che sono lontane da chi prende decisioni. Anche sulla moralizzazione della vita pubblica, c’è bisogno di un segnale che sia diretto e a livello territoriale». Come a dire: se ogni ente facesse questo tentativo di autoriforma, se andasse a vedere dove si può risparmiare, allora sì che sarebbe un grande passo. «Lo scandalo non è lo stipendio del sindaco, ma quando un amministratore pubblico si prende 100mila euro al mese. Come nel mondo delle consulenze, ce ne sono alcune che sono necessarie. Ma altre no. Deve essere fatto un lavoro serio che porti a una riduzione dei costi». Ci sono assessori o consiglieri di amministrazioni che prendono retribuzioni che potrebbero essere ridotte. «C’è anche chi prende due stipendi - prosegue Galbusera -. Ma un consigliere dovrebbe essere retribuito in base all’attività e alla presenza. Ma né a Roma né a Milano mi pare che venga pagato secondo questi criteri. Abbiamo bisogno di segnali anche da parte dei politici e anche il sindacato dovrebbe ragionare a contribuire sul risanamento».
La cosa fondamentale, ora che incombe la scure dei tagli sui egli enti locali, ripete il sindacalista, è trovare una convergenza fra forze sociali e Regioni così da stabilire insieme gli obiettivi comuni. «Credo che anche Formigoni avrà un vantaggio ad avere l’appoggio dei sindacati. Penso che il confronto con le altre sigle sia logico, poi dipende dal grado di condivisione...». Si augura il segretario della Uil che il prossimo tavolo in cui discutere delle misure anti-crisi venga convocato al più presto, in modo da portare poi a Roma tutte le osservazioni del caso. «Non abbiamo tempo da perdere. Se si concentra a quel livello un’iniziativa comune, si dà maggior efficacia per gli obiettivi. Poi ci saranno le trattative sindacali, ma sarebbe una dispersione di energie fare le due cose separatamente». Come a dire: le organizzazioni sindacali hanno un loro canale, una filiera interna e sicuramente ci sarà un momento di confronto. «Ma un aspetto fondamentale per i sindacati periferici è quello di tentare di giocare un ruolo su questo. Soprattutto per quanto riguarda le conseguenze che questa manovra avrà sul territorio». E quindi, riprendendo il ragionamento di Formigoni sull’equità, tenere al riparo dai tagli gli enti che sono in ordine.

Il blocco del contratto nazionale ad esempio, è una misura che ha un senso, ma se non si accompagna ad un rilancio della contrattazione sugli obiettivi, si limita ad un discorso di riduzione di spesa che non fa ripartire la produttività. «Il problema dell’equità non è soltanto tra gruppi sociali - conclude Galbusera -. Ma anche fra territori: i provvedimenti devono avere un legame con le condizioni reali».

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