Mantovani si presenta: «Non sono il castigamatti, congresso entro l’anno»

«Siamo già all’opera. Ho chiamato il presidente Berlusconi, i coordinatori nazionali, i ministri lombardi e ho trovato una grande voglia di collaborare. Sono molto contento». Mario Mantovani è da poche ore il coordinatore regionale del Pdl. La nomina, decisa già da qualche giorno, è stata ufficializzata «Ringrazio Silvio Berlusconi, presidente nazionale del Popolo della Libertà, ed il coordinamento nazionale, per la fiducia accordata nell’affidarmi il prestigioso incarico di coordinare la Lombardia, la più grande regione d’Italia».
Il senatore e sottosegretario alle Infrastrutture, classe 1950, sposato e due figli, è nato e residente ad Arconate. Lo raggiungiamo al telefono mentre è di ritorno da Firenze: «Sono andato a ritirare la nomina».
La nomina a coordinatore del Pdl lombardo è un foglio come il diploma di laurea?
«È un foglio con la firma del presidente Berlusconi, che è quella che conta».
Si parla da molto tempo della sua nomina. Perché arriva proprio ora?
«Credo che le prossime scadenze elettorali siano impegni di una tale entità che probabilmente Guido Podestà ha ritenuto di cedere il passo. Sta amministrando la più importante provincia d’Italia e le difficoltà possono essere molto forti».


Nessuna polemica tra lei e il suo predecessore, Guido Podestà?
«Ma quale polemica, io sono sempre stato al Tavolo lombardo a fianco di Guido Podestà e Massimo Corsaro e conto di lavorare con la loro collaborazione e con quella di tutti. (...)

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