Marchionne: «Per Fiat obiettivi sorprendenti»

L’ad del gruppo al «Giornale»: «Il titolo crescerà ancora». Decapitata la consociata cinese. Oggi via all’incontro con gli analisti

Pierluigi Bonora

nostro inviato a Valenciennes

«Gli obiettivi che presenteremo a Torino potrebbero risultare sorprendenti». Alla vigilia dell’incontro con gli analisti, in programma oggi e domani al Lingotto, Sergio Marchionne manifesta la sua sicurezza sulle stime di Fiat Group al 2010. Lo fa, parlando con il Giornale, dal Nord della Francia, a Valenciennes, dove Fiat Auto condivide con Psa Peugeot Citroën uno dei due stabilimenti nati dalla trentennale joint venture sui veicoli commerciali. «Ormai siamo usciti dalla crisi - dice l’amministratore delegato della Fiat - e il 2010 si prospetta come un anno estremamente importante in cui sarà presente un’azienda strutturalmente diversa e con nuovi muscoli. Sugli obiettivi siamo chiamati a guardare il futuro con ambizione».
E anche ieri, giornata durante la quale Fiat e Psa hanno svelato la nuova gamma di furgoni leggeri (i mezzi di taglia maggiore, tra cui il Ducato, sono prodotti ad Atessa, vicino a Chieti) ma soprattutto sull’attesa della due giorni torinese, il titolo Fiat è stato a lungo protagonista in Borsa. Superata la soglia di 15 euro, le azioni hanno alla fine ripiegato a quota 14,8, stabili rispetto a lunedì. Marchionne è comunque convinto che la corsa a Piazza Affari proseguirà. «C’è ancora tanto spazio di crescita - ha affermato - e sono curioso di vedere cosa succederà giovedì (domani il top manager chiuderà la convention con la presentazione della «nuova» Fiat, mentre oggi toccherà ai capi divisione illustrare piani e strategie, ndr)». Lo stesso Marchionne è tornato sul tema dividendo «che deve tornare a essere pagato».
Novità, intanto, stanno maturando in Cina, mercato dove il gruppo di Torino è impegnato in una rapida azione di recupero. Secondo quanto risulta al Giornale, l’amministratore delegato avrebbe «decapitato» buona parte del management di Fiat Auto. Una decisione presa da Marchionne dopo le ultime due missioni sotto la Muraglia. A capo della società cinese dovrebbe arrivare un manager britannico che ha operato sui mercati automobilistici mediorientali. La composizione del nuovo organigramma si conoscerà comunque a ridosso del Salone di Pechino, che aprirà il 18 novembre. Rivedere l’intera gamma dei prodotti e ampliare l’offerta: è questo l’input di Marchionne alla nuova squadra che dovrà raggiungere gli obiettivi (vendere 300mila vetture entro il 2010 rispetto alle attuali 40mila) su un territorio che vede sfidarsi tutti colossi del settore. Sotto la Muraglia, tra l’altro, Fiat Auto ha appena siglato un’intesa con la locale Chery che motorizzerà i nuovi modelli italiani destinati al Paese asiatico. Per quanto riguarda Iveco ci vorranno almeno 24 mesi per toccare con mano i risultati dei recenti accordi siglati a Pechino.
Sul fronte dei rapporti con Psa (con il numero uno dimissionario Jean-Martin Folz era presente a Valenciennes il ministro del Lavoro, Jean-Louis Borloo) oltre alla rinnovata gamma dei furgoni, i due gruppi non hanno per ora altro in cantiere. «Si sta lavorando sull’evoluzione dei monovolume - ha spiegato Marchionne -, ma ne parleremo nel 2011».

Per Fiat e Psa il settore dei veicoli commerciali ha una grande rilevanza. «È il comparto più redditizio», ha ricordato l’ad. Nel 2006 la divisione diretta da Lorenzo Sistino immatricolerà 360mila furgoni che tra due anni, saliranno a 400mila, per una quota del mercato europeo pari al 12,5%.

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