Marchionne ridisegna Fiat Ecco il piano-bis sull’Auto

I sindacati chiedono la cessione degli asset non strategici

Pierluigi Bonora

da Milano

La nuova gamma di modelli del gruppo Fiat, quella che il mercato conoscerà dal 2007 in poi: sarebbe questo il tema centrale del piano di rilancio che l’amministratore delegato Sergio Marchionne, una volta concluso l’aggiornamento, presenterà entro il mese ai sindacati metalmeccanici e all’assemblea degli azionisti del prossimo 23 giugno. Con la nuova programmazione dei modelli, insieme alla future destinazioni degli impianti e al punto sulle motorizzazioni di ultima generazione, Marchionne intende dare ai sindacati, e di riflesso al governo e alle banche, un forte segnale di vitalità. La gamma, su cui ha lavorato Giuseppe Bonollo, l’ex manager Ferrari approdato a Mirafiori, prevederebbe il ritorno della Lancia Delta e il «ripescaggio» della Fiat Trepiuuno (la nuova Cinquecento). Della progettazione della Stilo 2, inoltre, attesa a cavallo del 2006 con il 2007, si occuperà - come anticipato dal Giornale - la società austriaca Magna Steyr. Resteranno anche l’Alfa Romeo 166, che avrà un’erede, e la Lancia Thesis.
L’ultima volta che la Fiat Auto ha esposto ai sindacati i propri progetti è stato il 6 ottobre scorso quando l’allora amministratore delegato Herbert Demel aveva garantito il mantenimento degli stabilimenti italiani e dei livelli occupazionali, ma a fronte di una riduzione dei costi industriali. La richiesta di Mirafiori riguardava l’aumento dei giorni (e delle ore giornaliere) di utilizzo degli impianti, senza toccare l’orario individuale settimanale. I sindacati, dal canto loro, premono per discutere il piano rivisitato prima del 23 giugno e sul tavolo pongono anche una serie di proposte, tra cui la disponibilità ad affrontare l’organizzazione del lavoro. In cambio, però, Fiom, Fim, Uilm e Fismic chiedono la conferma dei posti di lavoro e della mappa produttiva attuale, nuovi modelli, chiarezza sulle risorse finanziarie e interventi istituzionali. «In particolare - spiega al Giornale Bruno Vitali, segretario nazionale della Fim - vogliamo la ripresa del confronto con il governo e un contributo concreto dello Stato e delle Regioni che ospitano impianti Fiat. Dalla famiglia Agnelli è necessaria una nuova iniezione di denaro attraverso la cessione di asset non strategici, come Atlanet e le partecipazioni in Rcs e Mediobanca». Oggi le quattro sigle sindacali torneranno a riunirsi per definire il documento comune da presentare a Marchionne.
Entro la settimana, intanto, il Lingotto comunicherà i nomi dei nuovi consiglieri indipendenti che il board dovrà indicare all’assemblea di giovedì 23. Nel cda il numero dei membri indipendenti salirà, come previsto, da 5 a 8 e, quindi, diventeranno la maggioranza. Top secret i nomi.
Si sa solo che la lista è pronta (si tratterebbe di manager graditi alle banche creditrici anche se non direttamente legati o espressi dagli istituti) e che Marchionne attenda solo l’ok dei consiglieri designati.


Il 4 maggio, infine, l’assemblea degli azionisti di Fiat Auto, presieduta nell’occasione dal direttore finanziario Luigi Gubitosi, ha approvato il bilancio 2004 chiuso con una perdita di 1,649 miliardi, parzialmente sanata da 246,5 milioni a seguito delle deliberazioni assunte dall’assise straordinaria del 28 luglio dell’anno passato.
L’assemblea ha anche deliberato di rinviare a nuovo la perdita. Ieri in Borsa il titolo Fiat, con la frenata dello 0,55%, ha chiuso a 5,95 euro.

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