Marcia di 3mila allevatori: la guerra delle quote latte sbarca anche al Pirellone

Saranno stati tremila ieri mattina ad «accerchiare» il Pirellone con i loro trattori. La mucca Onestina in testa, come simbolo della protesta, ricoperta da un telo con la scritta «Io rispetto la legge, chi rispetta me?». La battaglia degli allevatori della Coldiretti per protestare contro il cosiddetto emendamento “congela multe” va in scena in piazza Duca D’Aosta davanti al palazzo della Regione. Manifestano contro il provvedimento presentato dalla Lega e inserito nella Finanziaria che prevedeva una proroga di sei mesi del pagamento delle sanzioni per gli splafonatori e che rischia di far passare sotto silenzio gli altri punti dolenti, come la trattativa sul prezzo fisso del latte alla stalla. Prevedeva, sì. Perché nel primo pomeriggio la commissione Agricoltura della Camera ha dato parere favorevole sulla manovra, ma a due condizioni: chiede di sopprimere l’articolo 40bis, quello sulle multe appunto oppure di «subordinare» l’effettiva attuazione della norma all’ok dell’Unione Europea. E per la Coldiretti suona come una piccola vittoria che ricuce in parte una «ferita per la stragrande maggioranza degli allevatori onesti che in questi anni hanno speso soldi, tempo e fatica per rispettare la legge». Ma che inasprisce la divisione fra il Pdl e la Lega. Con Roberto Formigoni che sale sul palco degli allevatori, indossa il cappellino giallo della Coldiretti e davanti ai trattori dichiara di essere da loro. «Continuo e continueremo ad essere al vostro fianco - le parole del presidente lombardo -, andiamo avanti insieme. Voi siete espressione di questo vasto mondo di agricoltori che ha sempre agito nella legalità. Quando vedo le vostre bandiere e i cappellini gialli so che questo è garanzia di prodotti alimentari». Accanto al governatore, c’è anche l’assessore leghista all’Agricoltura Giulio De Capitani, come a voler dimostrare una posizione condivisa sulla questione. Ma un attimo dopo il presidente della giunta regionale del Carroccio Davide Boni, si smarca dalla maggioranza. «Bene ha fatto a incontrare gli allevatori, io però non avrei indossato il cappellino giallo perché mi sembra un po’ troppo di parte. Se si vuole essere vicini a un comparto lo si deve fare per tutti, e non schierandosi da una parte o dall’altra». Ma la mobilitazione della Coldiretti incassa l’appoggio anche di parecchi assessori regionali. Come Romano La Russa che non si spiega «come mai alcuni esponenti politici che spesso gridano e inneggiano a Roma ladrona, si sono schierati a fianco di un esiguo numero di allevatori che hanno deciso di scriversi le regole da soli». Del vicepresidente del consiglio, Filippo Penati che definisce «vergognoso» penalizzare chi rispetta le regole: «Alla Lega dico che non siamo a Roma ladrona, ma al detto di Napoli dove alle spalle del fesso vive il furbo. Noi non accettiamo questa logica». Piena solidarietà alla protesta degli allevatori arriva anche dal presidente della Commissione lombarda Agricolutra, Carlo Saffioti: «Le istituzioni devono essere schierate in modo chiaro per il rispetto della legalità.

Confermo l’impegno della Commissione e della Regione a sostegno del reddito agricolo, della filiera e dell’obbligo di etichettatura». Interviene anche il capogruppo dell’Udc al Pirellone, Gianmarco Quadrini. «Con la loro assenza i leghisti hanno ucciso la mucca Onestina, simbolo della legalità e della passione degli allevatori perbene».

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