La marcia indietro di Penati: «Porte chiuse ai clandestini»

Dichiarazione choc del presidente della Provincia: «La mafia del Nord sono i criminali stranieri»

(...) Poi Penati cala gli assi. Roba pesante. «Al Sud - spiega - permane la piaga delle mafie, al Nord la piaga sono le criminalità non nazionali. La presenza dei rom di cittadinanza romena è sempre più insostenibile. Come insostenibile è il flusso continuo degli arrivi». E assicura che «il permissivismo è un retaggio del Sessantotto e non appartiene alla cultura comunista, né a quella socialista». E allora? Allora «ordine e legalità». Perché «questo è l’unico modo per difendere i più deboli». La criminalità predatoria, spiega, «non colpisce chi abita in centro ed entra in garage col telecomando, ma chi fa le pulizie negli uffici fino a notte e torna in periferia con i mezzi pubblici». Basta con «le regole che più che rispettate, vanno interpretate», con una «cultura che tende a giustificare tutto». La premessa per un attacco durissimo al governo Prodi. «Qui - si lamenta - è come cercar di svuotare il mare con un cucchiaino». Il problema? L’ingresso indiscriminato. Soprattutto da Bulgaria e Romania, entrate dal primo gennaio nell’Ue e da dove è in arrivo un flusso ininterrotto di nomadi e rom. «Il governo - attacca Penati - riveda la sua posizione. Paghiamo l’isolamento rispetto agli altri Paesi che hanno chiesto la moratoria per due anni. Anche governi di centrosinistra come quelli di Spagna e Gran Bretagna che hanno chiuso le frontiere. In Italia gli immigrati sono sempre di più, perché siamo gli unici a garantire la libera circolazione». Fulminante il leghista Matteo Salvini. «Penati duro con i nomadi? Meglio tardi che mai, ma è poco credibile. Per coerenza smetta di sprecare centinaia di milioni per pagar loro gli affitti, blocchi nuovi campi rom e licenzi l’assessore al “nomadismo”».
La soluzione? Un patto metropolitano con i Comuni e un fondo per la sicurezza a disposizione del prefetto, a cui la Provincia destina già 2 milioni e mezzo di euro. Con partecipazione richiesta anche ai Comuni «che potrebbero versare almeno un euro per ogni abitante». Fondi troppo scarsi, si lamenta Fi. Che, con il capogruppo Bruno Dapei, chiede di investire «almeno l’otto per mille del bilancio di Palazzo Isimbardi». Budget da impiegare per gli straordinari delle forze dell’ordine, forse per guardie giurate, telecamere e nuova tecnologia da utilizzare nella lotta al crimine. L’assessore alla Sicurezza Alberto Grancini spiega che «al momento sono state individuate sei aree che potrebbero essere interessate dai nuovi progetti per la sicurezza: l’Idroscalo, con Segrate e Peschiera Borromeo, la zona Est (dalla Statale 11 alla Rivoltana), il Sud-ovest con Corsico e 16 Comuni, l’Alto Milanese di Abbiategrasso e Magenta, il Nord Milanese con Bresso, Cinisello, Sesto e i Comuni del Parco Nord. Più Monza e la Brianza». Durissimo il capogruppo di Rifondazione che minaccia di mandare tutti a casa. «Anni di politica repressiva e proibizionista del centrodestra - si scaglia Antonello Patta - hanno solo accentuato i problemi. Penati fomenta una guerra tra poveri su cui la destra costruisce le sue fortune elettorali». «La Provincia non fa chiacchiere - approva Roberto Caputo (Sdi) -, né sparate ideologiche. Non indice cortei, ma si misura sulle cose da fare e mette in campo un progetto serio per garantire la qualità della vita dei cittadini». «Com’è contraddittoria la politica della Provincia - ironizza Giovanni De Nicola (An) -.

Prima spende i soldi dei milanesi per accogliere irresponsabilmente tutti i disperati, poi spende altri soldi per tentare di contenere i danni provocati. Che sia stata la batosta elettorale a far cambiare rotta al presidente Penati?».

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