Il maremmano

Conosciamo il cavallo dei butteri, i “cow-boys italiani” addetti alla custodia del bestiame. Da sempre allevato allo stato brado, oggi eccelle anche in concorsi ippici internazionali

Il maremmano

"Il cavallo Maremmano ha comunemente la taglia da sella, è molto robusto e bravo ed ha grandissimo coraggio, dappoiché non si ricusa a qualunque cimento, come il saltar fossi e siepi altissime, gravemente bardato, correr dappertutto e prestarsi alle esigenze di chi vuol profittarne nell'esercizio della caccia..."

Da una memoria del colonello Tommi Bruschirei, apparsa nel 1860

Nei precedenti articoli sulle razze italiane abbiamo scoperto insieme come la storia del cavallo abbia sempre corso, o galoppato, di pari passo alla storia dell’uomo, del nostro Paese e delle genti che hanno vissuto sul territorio italiano.

Il cavallo Maremmano rappresenta un altro eccellente esempio di come la storia delle razze equine autoctone sia estremamente correlata alla storia delle popolazioni che nel corso dei secoli hanno vissuto in Italia, contribuendo a costruire un tassello della nostra grande storia.

Il cavallo Maremmano ha origini antichissime, basti pensare che le prime testimonianze sulla presenza di popolazioni cavalline lungo il litorale tirrenico risalgono alla civiltà etrusca.

La selezione naturale dei cavalli maremmani ebbe inizio proprio nelle campagne della Toscana e dell’alto Lazio dove la popolazione equina locale, allevata allo stato brado, si unì con cavalli di razza germanica, belga e successivamente araba. Da questi incroci sono nati cavalli robusti e resistenti, capaci di sopravvivere in un ambiente difficile come quello malsano e paludoso della Maremma che ne ha temprato la fisicità e il carattere fortemente rustico e frugale.

Fin dalla nascita questi cavalli hanno imparato a muoversi con disinvoltura in qualunque terreno, sotto i caldi raggi del sole nei mesi estivi o sotto la pioggia e i venti gelidi nei mesi invernali, crescendo forti e vigorosi, saldi di membra ed elastici nei movimenti.

Sorvolando sulle ipotesi degli influssi di sangue che hanno contribuito alla sua evoluzione e delle possibili modificazioni dettate da esigenze lavorative e belliche dell'uomo, va ricordato come nel 1500 sia lo Stato Pontificio che il Granducato di Toscana erano notevolmente interessati a questo cavallo ma in due differenti accezioni: il papato preferiva cavalli dal mantello scuro, robusti e di grande mole adatti al tiro delle carrozze, mentre i toscani si orientavano verso cavalli bai più leggeri, con maggiori caratteri orientali e andalusi.

Alla fine del 1800 si introdussero nell’allevamento degli stalloni miglioratori Purosangue Inglese che ne elevarono la statura e ne ingentilirono l’aspetto, pur mantenendo la caratteristica rusticità.

Negli anni seguenti la seconda guerra mondiale il cavallo maremmano ha persino rischiato l'estinzione. Si è salvato grazie alla volontà degli allevatori toscani e laziali, alla fondazione dell'Associazione di Razza e alla creazione nel 1980 del Libro Genealogico affidato all’ANAM (Associazione Nazionale Allevatori Cavallo di Razza Maremmana) con lo scopo di controllare e sviluppare una razza esclusivamente italiana.

Arriviamo quindi alla storia più recente del Maremmano che oggi è un cavallo da sella che trova impiego a 360 gradi e che vanta il primato di primo cavallo da sella selezionato in Italia attraverso una selezione morfologica dettata da Indici Genetici (sulla base di parametri quali l’altezza al garrese, la circonferenza toracica, quella dello stinco e la lunghezza della spalla) e il Performance Test il cui superamento è necessario per poter iscrivere stalloni e fattrici nel Libro Genealogico.

Proprio un attento e complesso lavoro di ricostruzione genealogica ha permesso di ricondurre tutta la popolazione iscritta nel Libro Genealogico a quattro stalloni attualmente riconosciuti come capostipiti della razza: Otello (Maremmano nato nel 1927), Aiace (Purosangue inglese, 1926), Ussero (razza Moscati, 1920) e Ingres (Purosangue, 1946).

Il miglioramento selettivo della razza ha portato alla produzione di soggetti versatili e affidabili che, accanto ai tradizionali impieghi come compagni dei butteri per il governo dei bovini e come cavalli da sella nel lavoro e nel turismo equestre, possono essere usati con successo anche nelle manifestazioni sportive perchè capaci di raggiungere risultati di rilievo nelle competizioni di salto ostacoli.

Per tutti basta ricordare Ursus del Lasco,

il meraviglioso maremmano allevato all'Alberese con cui Graziano Mancinelli vinse gare internazionali e la Coppa delle Nazioni allo CSIO di Piazza di Siena di Roma e di Barcellona.

Eleonora Origgi Redazione
www.ilportaledelcavallo.it

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