Marguerite Gordon

Fa parte del gruppo delle cosiddette Martiri di Orange, suore ghigliottinate durante la Rivoluzione francese. Marguerite-Rose Gordon era nata a Mondragon e fin da piccola affidata alle suore sacramentine del convento di Bollène perché la educassero. Aveva diciotto anni quando decise che la sua vocazione era quella di restare con loro. Prese dunque il velo e il nome religioso di suor Aimée de Jésus. Ma scoppiò la Rivoluzione del 1789 e, passo passo, le cose in Francia si fecero sempre più difficili per la religione. Nel 1792 il governo rivoluzionario abolì gli ordini religiosi e anche le suore di Bollène finirono in mezzo a una strada. Dovettero lasciare il convento, che fu requisito, e vestire abiti civili. La Gordon e le consorelle presero una casa in affitto e continuarono a seguire la loro regola. Ma il crescendo rivoluzionario pareva non finire mai. Quando il commissario politico si accorse di quel convento camuffato, esiliò la superiora altrove. Fu la Gordon, però, a farne le veci. Ma non era finita. Nel 1794 i giacobini al potere imposero a tutto il clero il giuramento cosiddetto «Liberté et Egalité», che sanciva lo scisma con la Santa sede. Le suore di Bollène si rifiutarono di prestarlo e vennero immediatamente tratte in arresto. Furono tutte trasferite a Orange e rinchiuse nella locale prigione.

Poi, una alla volta, sfilarono davanti al giudice. Quando toccò alla Gordon, le fu chiesto per l'ultima volta di giurare. Lei rifiutò e fu condannata a morte come «nemica di ogni specie di libertà e propagatrice di fanatismo, di intolleranza e di superstizione».

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