Mario Venuti, da Sanremo al teatro Ciak

Antonio Lodetti

«Ho 42 anni, ormai sono vecchio, ma dopo più di vent’anni sulla scena credo che la mia musica comunichi ancora un senso di freschezza, di novità», racconta Mario Venuti, reduce dal successo di Sanremo con l’ormai inseparabile band Arancia Sonora (con il pezzo Un altro posto al mondo) e nel pieno della sua tournée teatrale che lo vedrà domani sera sul palco del Teatro Ciak.
Il motto del tour è: "Vorrei che uscendo dal teatro vi sentiste, anche solo di poco, cambiati"».
«Sì, perché i grandi concerti, quelli veri, a me hanno cambiato la vita, e vorrei che i miei fan vivessero le stesse emozioni».
È il suo primo tour interamente teatrale.
«Infatti è uno show molto curato nei particolari, nelle luci, con particolare attenzione al gesto e tanta concentrazione perché sono a contatto con il mio pubblico. Un concerto musicalmente vario con momenti rock, bossa nova, jazz club e una parte centrale acustica».
Come è cambiato dall’esordio coi Denovo a oggi?
«Non molto; sono sempre alla ricerca del mio ideale estetico che coniuga rock e melodia. Il mio sound diventa sempre più ricco di colori e sfumature. Mi sono sempre sentito stretto nel ghetto del rock alternativo. Negli anni Ottanta c’era una separazione netta tra quel mondo e quello della musica commerciale; una barriera sterile che io ho sempre cercato di abbattere in favore di un pop libero di esprimersi senza etichette».
I suoi riferimenti musicali?
«Innanzitutto i Beatles, il mio primo amore di ragazzino, e dopo l’Elton John di album come Madman across the water e Tumblewedd connection, ma anche cantautori come Venditti e De Gregori».
Lei scrive anche per Carmen Consoli, Raf, Antonella Ruggiero: si considera più autore o musicista?
«Entrambe le cose in ugual misura. Ma scrivere per altri è molto stimolante, mi serve per entrare in territori differenti. Per esempio ho scritto Echi d’infinito, che la Ruggiero portò al successo a Sanremo: è un pezzo che non avrei mai potuto scrivere per me, perché è adatto a una voce chiara, nobile e potente».
Sanremo, come l’ha vissuto?
«Spente le luci, chiusi tutti i pettegolezzi in un baule per fortuna rimane la musica, e a me interessa soltanto quella. Mi sembra sia stata un’esperienza positiva».


Progetti?
«Sarò in tour per tutta l’estate, e dopo vorrei fare qualche concerto acustico da solo. Ma sto già pensando al nuovo cd. Dovrei iniziare una collaborazione con Nicola Conte e dovrei anche recitare, impersonando Marco Pantani in una fiction per Raiuno. Ho tante cose in vista, spero di realizzarle tutte».

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