Antonella Aldrighetti
A «piangere miseria non ci si rimette mai» recita un detto popolare. Che sia insana demagogia o caparbia furbizia, il motto è stato sposato in pieno dai nuovi inquilini di via Cristoforo Colombo. Così facendo la giunta Marrazzo ha deciso di «battere cassa» al governo nazionale per ripianare il disavanzo finanziario, cosa che con la manovra approvata dalla commissione bilancio, grazie ai voti della maggioranza ulivista, non è riuscito a fare. Restano fuori 426 milioni di euro del 2004 e altri 425 dellanno corrente. Cifra che a sentire lassessore al Bilancio, Luigi Nieri, «verrà reperita dalle economie di fine esercizio e da un ulteriore sforzo nellassestamento 2005». E accolla quello che chiama «un vero e proprio buco» allex giunta Storace perché «avrebbe dovuto risparmiare almeno 200 milioni di euro per coprire la quota eccedente di spesa farmaceutica e altri 225 milioni per il fabbisogno sanitario». Lultima parola starà alla Pisana che, in seduta consiliare da qui a tre giorni, dovrà dare il parere alla proposta. Ma come farà il presidente Piero Marrazzo a tenere fede alla promessa elettorale di abolire i ticket sui farmaci? «Servono altri 50 milioni di euro per attuarlo. Li troveremo» ribatte sicuro di sé il neo-governatore.
Scomodo da replicare ma «per abolire la tassa ci vorrebbero almeno altri 200 milioni di euro» aveva calcolato lex assessore al Bilancio, ora vicepresidente del Consiglio regionale, Andrea Augello. Stando così le cose se Marrazzo e Nieri non riusciranno a reperire le risorse per tappare il buco sanitario si potrebbe profilare lipotesi di un commissariamento del Lazio già a marzo prossimo. Con affido al ministro della Salute, Francesco Storace. Sorpresa? La giunta ulivista rabbrividisce allidea che in quattro e quattrotto potrebbe essere attuata la proposta di ripiano del debito così come era stata messa in cantiere da quella che ormai è lopposizione regionale. Perché è proprio la mancata vendita del San Camillo allInail e delle tenute agricole di proprietà della Comunione dei beni delle Asl, destinate al comune di Roma, a determinare minori entrate per oltre 420 milioni di euro. Risorse che fanno la differenza sul disavanzo odierno mentre «lassessore Nieri non potendosi rimangiare le decisioni prese, non fa altro che utilizzare le economie e le risorse governative già acquisite dalla giunta Storace, arretrandole di un anno - ha spiegato in dettaglio Augello -. Il problema si esaurisce nel tentativo di spostare di un anno in avanti il buco che ha prodotto e scaricare sul governo nazionale la responsabilità dellaccaduto e delle tasse che bisognerà chiedere ai cittadini».
E pure per il 2005 la ricetta di An è presto detta. «Tra entrate derivanti dal patrimonio, economie 2004, economie 2005 e ulteriori entrate da altre operazioni, si sarebbe già potuto coprire ogni genere di disavanzo per lanno corrente» ha aggiunto Bruno Prestagiovanni, vicepresidente della commissione Bilancio.
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