La crisi? È come il terrorismo, come quei terribili anni di piombo. E come allora per vincere, oggi cè bisogno di ritrovare una nuova coesione nazionale. Il presidente della regione Lazio Piero Marrazzo si appella così a una rinnovata «solidarietà nazionale» per superare quello che ha definito un vero e proprio «tsunami» economico-finanziaro. Marrazzo ha scelto il pulpito dellAuditorium del parco della musica per presentare i suoi 39 punti anti-crisi (il cosiddetto patto Il futuro oltre la crisi»), derivanti dal famoso accordo del maggio scorso con Cgil, Cisl e Uil.
Una sorta di ultimo appello per raccogliere quei consensi necessari per una ricandidatura che al momento appare quanto mai incerta. Troppi i punti neri di un programma che affronta la crisi regalando tante speranze e poche certezze. Del resto lui stesso parla dei nodi irrisolti che sanciranno probabilmente la fine della sua permanenza alla Pisana: la questione-Alitalia e dellHub di Fiumicino; la riapertura del San Giacomo; il salvataggio dellIrbm di Pomezia; loperato di Banca Impresa Lazio e la realizzazione della Pontina bis. Cinque punti che toccano cinque settori vitali per leconomia regionale e non solo: economia e turismo, sanità, industria, credito e infrastrutture. Cinque «buchi» che hanno per coperchio la voragine del deficit-sanità, che secondo il governatore del Lazio, nonchè commissario straordinario della sanità, sarebbe stato «dimezzato» ma che resta su livelli... lunari tanto per restare su temi di attualità.
Marrazzo è in difficoltà, lo sa e non si nasconde. Lui stesso afferma che «non si può essere uomini buoni per tutte le stagioni, e io so di non esserlo: il mio banco di prova saranno i prossimi otto mesi». Si sento isolato da un Pd che non vuole appoggiarlo ancora, soprattutto la parte che si rifà a Franceschini («Voterò Bersani, ha infatti detto Marrazzo). Il presidente regionale cerca di affidarsi alle cose realizzate e in corso di realizzazione (il reddito minimo, i fondi per il microcredito, la cig anticipata per i lavoratori delle aziende in crisi, la banda larga per il 95% del territirio, laumento degli asili nido, il piano Marshall per le rsa con mille posti di residenze per anziani entro fine anno, i pagamenti ai fornitori in 180 giorni) ma sa che non basteranno a regalargli nuova fiducia. Ed ecco allora lidea della grande coesione, del tutti insieme appassionatamente.
E mentre da alcuni esponenti del centrosinistra (Astorre, Carella, Lucherini, DAmato) arrivano plausi per un discorso di «alto profilo», dalle file dellopposizione fioccano vere e proprie bordate. Il capogruppo Sr alla regione, Donato Robilotta, accusa Marrazzo di non dire il vero sul deficit della sanità e contesta le cifre ufficiali; Fabio Desideri (Pdl) parla di «tentativo del Pd di rottamazione politica di Marrazzo, i cui consensi sono ormai in caduta libera»; il vicepresidente del consiglio regionale Bruno Prestagiovanni (Pdl) parla di «soliloquio del presidente regionale»; Massimiliano Maselli, consigliere regionale Pdl, rinnova laffermazione di una «gestione fallimentare, allinsegna degli slogan televisivi». Insomma, laccusa è di non essere stato tra la gente e con la gente per valutarne problemi e richieste.
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