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Massacrata a martellate È caccia ai rapinatori

Antonietta Gigante, 76 anni, è stata legata, picchiata e uccisa nella sua villetta da tre malviventi per poche migliaia di euro

Massacrata a martellate  È caccia ai rapinatori

 Pozzuoli (Napoli) - La vita di Antonietta Gigante era tranquilla e fatta di poche cose: la spesa al mattino, la visita dei 3 figli, gli incontri con le vicine di casa, nella sua villetta in via Alice a Licola, una frazione di Pozzuoli, popoloso centro alle porte di Napoli. Una vita senza sobbalzi, insomma, per Antonietta, 76 anni, amata e stimata da tutto il vicinato, rimasta da tempo vedova di un piccolo imprenditore napoletano. Due notti fa, però, la vita della pensionata si è spezzata all’improvviso: tre malviventi, tre uomini che avevano messo gli occhi su un bottino, che probabilmente ritenevano sontuoso hanno fatto irruzione nella sua villetta dalle grandi vetrate e tinteggiata di rosa e l’hanno uccisa. I malviventi hanno forzato la serratura della porta blindata con uno scalpello e un martello. Poi, una volta dentro casa hanno sorpreso l’anziana mentre si trovava nel salotto a guardare la tv. Antonietta è stata picchiata con pugni e calci poi i banditi, due o tre almeno, le hanno legato le mani dietro la schiena con un foulard, l’hanno sbattuta sul letto e poi «interrogata»: «Devi dirci dove tieni i soldi e i gioielli altrimenti ti ammazziamo» e giù, ancora botte per farla parlare. Pugni, martellate sulla testa per farle dire dove fosse il bottino. Antonietta non ha resistito a lungo alla violenza degli assassini, sfinita dalle botte si è spenta.

I rapinatori hanno racimolato il «tesoretto» di Antonietta, qualche migliaia di euro al massimo, provento della pensione dell’anziana e di una piccola rendita. I banditi sono fuggiti con un’auto ma, mentre scappavano dalla villa di via Alice hanno perso qualche biglietto da 10 e 20 euro poi recuperati dalla polizia. Poco dopo, una vicina della pensionata ha bussato alla porta di casa di Antonietta Gigante in quanto doveva consegnarle dei medicinali. Il buio le ha impedito di vedere che la serratura era stata scassinata ma, quando se n’è accorta ha spinto la porta ed è entrata. La casa era a soqquadro, i cassetti tirati fuori dai mobili, gli indumenti sul pavimento, la tv era accesa. La vicina ha pronunciato più volte il nome di Antonietta ma senza ottenere risposta. Lo scenario non lasciava presagire nulla di buono, la vicina si è avvicinata alla camera da letto e lì ha trovato ormai senza vita, il corpo massacrato della Gigante. La donna ha avvertito una delle figlie della pensionata e poi gli agenti del Commissariato di Pozzuoli.

Nel cuore della notte è iniziata la caccia agli assassini. Posti di blocco sono stati istituiti in tutta la zona flegrea ma senza ottenere i risultati sperati. I vicini della signora Gigante stanno cercando di dare una mano agli investigatori. Qualcuno ieri mattina ha riferito che la vittima nei giorni scorsi aveva subito un tentativo di furto. Potrebbero essere gli stessi malviventi che due notti fa l’hanno sequestrata, legata, rapinata e uccisa. «Si faceva benvolere, era una signora buona e perbene: non siamo suoi parenti ma pretendiamo che venga fatta giustizia» dice un giovane con la voce rotta dall’emozione. Licola, fino a qualche decennio fa, frequentata località balneare, d’estate presa d’assalto soprattutto dai pendolari delle vacanze, negli ultimi venti anni si è trasformata in una sorta di quartiere dormitorio di Napoli e dintorni, con annessi insediamenti di nuclei familiari legati alla criminalità ed alla camorra.

L’omicidio di Antonietta Gigante ha provocato nei residenti una forte paura per la propria incolumità. Spiega un uomo sui 40 anni che vive in via Alice: «La sicurezza da queste parti non c’è mai stata ma, adesso, con la morte della signora Antonietta abbiamo molti più timori, anche se restiamo chiusi nelle nostre case. Qui vivono molte famiglie giovani, con bambini che a questo punto sono i più esposti alle bande di malviventi che imperversano.

Li vediamo passare a bordo di auto e moto, si fermano davanti alle nostre case, le osservano e poi se ne vanno via».

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