Cultura e Spettacoli

Mediaset va al mercato del cinema e si compra 500 film di Cecchi Gori

Da "Mediterraneo" a "Il postino", dalle opere di Risi a quelle di Scola, molti titoli di qualità acquistati a 17,5 milioni per la televisione

Mediaset va al mercato del cinema e si compra 500 film di Cecchi Gori

Roma - In tempi di vacche magre, il Biscione tende a prendere peso per allargarsi meglio sulla piattaforma digitale. Dopo la secca dichiarazione d’intenti partita ieri, su scala internazionale, per bocca di Fedele Confalonieri, che al Financial Times ha rilasciato un’intervista puntuta nei confronti di Sky, la cui «posizione monopolistica» di fatto esclude «un sistema di reciprocità tra attività satellitari e digitale terrestre», è subito arrivato un acquisto davvero interessante per Mediaset.

Si tratta dei cinquecento film provenienti dalla library targata Cecchi Gori, vale a dire una delle migliori partite di film all’asta su un mercato non propriamente reattivo, data la crisi globale. Con un’offerta di 17,5 milioni di euro, Mediaset si è infatti aggiudicato il pacchetto di cinetitoli, vanto e gloria dello scomparso Mario Cecchi Gori, che al figlio Vittorio aveva lasciato un solido patrimonio. In buona sostanza, nella filmoteca appena acquisita dal primo broadcaster commerciale italiano figurano importanti film di autori quali Ettore Scola, Luigi Zampa, Gianni Amelio, Sergio Rubini e Dino Risi, il cui Sorpasso rientra negli annali della storia del cinema; le migliori commedie di Paolo Virzì, Giovanni Veronesi e Vincenzo Salemme, in ottima compagnia dei principi della spensieratezza Carlo Vanzina e Neri Parenti, con Castellano&Pipolo sullo sfondo dei film adatti alle feste.

Chi è stanco di rivedere Rambo o Pretty Woman per la duecentesima volta, può quindi sperare di veder diversificate le sue serate davanti al teleschermo, visto che, insieme alla library, Mediaset si è garantita anche i diritti tivù, free e pay. Così, sul piccolo schermo di casa Mediaset passeranno film premi Oscar, come Mediterraneo, di Gabriele Salvatores, Il postino di e con Massimo Troisi, La vita è bella di e con Benigni, anche protagonista de Il piccolo diavolo. E per gli amanti dei film di serie B, c’è Il grande botto, con Claudio Amendola (e mai titolo fu più adatto alla circostanza)...

Per tacere delle pellicole firmate Paolo Villaggio, Antonio Albanese e Pieraccioni, campioni di risate al box-office, c’è di che programmare, ad uso e consumo del pubblico saturo di fiction. «Con questa acquisizione Mediaset consente il ritorno in circolazione d’una parte consistente del patrimonio cinematografico italiano di maggior valore, finalmente accessibile al grande pubblico», ha mandato a dire il gruppo finanziario, il cui digitale terrestre è aperto a tutti, come sottolineava Confalonieri nella sua intervista.

Né mancano, dal pacchetto appena aggiudicato, numerosi titoli della cosiddetta «Hollywood minore», quella produzione, cioè, a cavallo tra gli Ottanta e i Novanta, che non ha mai conosciuto una vera e propria distribuzione nelle sale Usa. Come dimenticare, del resto, che parte del successo di Canale Cinque, per esempio, inizialmente fu dovuto a certi film popolari (come quelli della serie di Bud Spencer e Terence Hill), in grado di ancorare il pubblico davanti al piccolo schermo? Così, nella guerra per l’audience, che si profila aspra all’alba dei Mondiali di calcio, con Sky che promette faville, «avendo già i diritti esclusivi satellitari sul calcio di serie A» (così Confalonieri al Financial Times), Mediaset è immediatamente in grado di rilanciare con un’offerta cinematografica di qualità.

E questo, nel momento in cui gli amanti del cinema, delusi dai circuiti festivalieri, ormai troppo costosi, e allontanati da una programmazione scarsa nei circuiti commerciali, volentieri si rivolgono al mezzo televisivo.

In cerca di quel cinema d’autore, che sembrava morto, ma era solo svenuto tra gli scaffali della Finmavi, l’ex-società di Vittorio cecchi Gori.

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