Roma. La grazia a Bruno Contrada vede gran parte della sinistra, schierata contro il provvedimento di clemenza. Non sembra esserci insomma il tentativo di perdonare per motivi umanitari lex agente del Sisde accusato e condannato per associazione mafiosa esterna. Dal coro degli intransigenti, tuttavia si stacca la voce di Luigi Manconi, sottosegretario alla Giustizia, che lascia aperto uno spiraglio nel caso fosse realmente confermato il cattivo e precario stato di salute dellex 007. «Qualora sia accertata lincompatibilità delle condizioni del dottor Bruno Contrada con il regime di detenzione, la legge prevede listituto del differimento della pena per motivi di salute, in numerosi altri casi già adottati. Il provvedimento del 12 dicembre del magistrato di sorveglianza ha disposto la trasmissione degli atti relativi allistanza al tribunale di sorveglianza di Napoli per una decisione. In quella sede potranno essere presi in considerazione altri documenti relativi alle condizioni di salute del dottor Contrada».
In controtendenza nel centrodestra, largamente favorevole alla clemenza, lopinione di Carlo Vizzini (Fi) che fa parte della commissione Antimafia ed è il rappresentante speciale per il contrasto delle mafie transnazionali allOsce. Vizzini ha spiegato: «La grazia a Contrada sarebbe un grave precedente. I casi sono due: o Contrada è innocente, e allora va liberato e risarcito per ciò che ha subito; oppure è colpevole. Ma, se un servitore dello Stato, che tradisce lo Stato e viene condannato per mafia con sentenza passata in giudicato, ottiene la grazia, credo che sconvolgiamo i principi giuridici del nostro ordinamento».
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