Roma

Medici insufficienti, Cto a rischio chiusura

Cinque ortopedici su dodici, inoltre, hanno certificazioni mediche che ne attestano l’inidoneità al lavoro notturno e festivo

Daniele Petraroli

Rischia seriamente di chiudere il reparto di Ortopedia e Traumatologia d’Urgenza e Pronto soccorso (Toups) del Cto. La mancanza del personale medico, costantemente sotto organico da tre anni circa, potrebbe portare alle estreme conseguenze: porte sbarrate proprio sotto Ferragosto. La denuncia è dell’Ugl Roma e Lazio. Attualmente i dirigenti medici all’Unità operativa complessa (Uoc) del Toups sono solamente 12, un terzo del necessario. Ad altri 2 il contratto a tempo determinato (già rinnovato per tre volte consecutivamente) è scaduto il 4 agosto scorso. Bisogna aggiungere, poi, che 5 dei 12 ortopedici di ruolo hanno certificazioni mediche attestanti la non idoneità a svolgere «attività usurante, notturna e festiva». Risultato: adesso sono solo in 7 i dirigenti medici in grado di svolgere ogni incarico. Per capire meglio la difficilissima situazione che si trovano a vivere dobbiamo precisare che i dottori sono costretti a svolgere attività di reparto con 26 posti letto con annesso ambulatorio, attività di pronto soccorso e consulenze orto-traumatologiche presso il pronto soccorso medico. E, come se non fosse già sufficiente, due di loro devono essere reperibili 24 ore per le emergenze.
Le difficoltà poi aumentano nel periodo estivo. È ovvio, infatti, che in queste condizioni le ferie rimangono spesso un miraggio, mentre un raffreddore rischia di creare il panico tra i colleghi costretti a tornare in fretta e furia in ospedale.
Un concorso per tre ortopedici (numero largamente insufficiente visto che, come detto, ne mancano una decina per far funzionare il reparto a regime) è stato bandito nel gennaio del 2005 dalla Regione Lazio. Ma, nonostante la scadenza fosse fissata per il luglio successivo, al Cto ancora aspettano venga effettuato. Altro problema è che proprio il dirigente della Asl Roma C (cui appartiene il Cto) che si occupa del concorso è in congedo.
«Chiediamo un intervento immediato dell’assessore alla Sanità Battaglia - ha detto Luca Malcotti, segretario dell’Ugl di Roma e Lazio - affinché sia garantito ai medici il diritto alle ferie e affinché siano immediatamente completati gli iter concorsuali. Questa situazione sta portando al collasso il Cto nel reparto che peraltro ne rappresenta il cuore, ovvero Ortopedia e Traumatologia. Il risultato è che i medici cercano di scappare da quell’autentico girone infernale rappresentato dal Cto. Se si continua così l’ospedale Cto-Alesini è destinato a scomparire, privo com’è di un piano di riorganizzazione e di rilancio aziendale».
Inutili per il momento le lettere degli avvocati dei medici ai dirigenti della Asl. Per il momento il reparto funziona grazie a «straordinari massicci - si legge proprio in una di queste lettere -, turni di reperibilità diurni e continui nonché sostanziale blocco degli istituti di recupero psicofisico in totale violazione della normativa contrattuale ed effettuati in tal guisa da mettere a repentaglio l’integrità psicofisica degli operatori e degli utenti». Un esempio? Domenica 7 maggio i due chirurghi in servizio di pronta disponibilità hanno dovuto eseguire due interventi durati fino alla mattina successiva.

Uno aveva già svolto il turno di guardia nella notte tra il 6 e il 7, l’altro, di turno dalle 8 alle 14 del 7, è stato obbligato a rimanere in servizio anche per l’intera mattinata dell’8 senza il riposo fisiologico.
Per ora i medici resistono ma fino a quando potrà durare questa situazione?

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