Medico ucciso, la colf sentita per 8 ore

Pressati dai carabinieri gli assassini di Marzio Colturani hanno abbandonato la parte più compromettente del bottino: gli otto quadri rubati al ginecologo. La refurtiva è stata trovata ieri mattina al parco della Giretta a Settimo Milanese. Intanto proseguono le indagini dei militari che sempre ieri hanno sentito per otto ore Tatiana, la colf moldava da due anni a servizio della vittima che domani verrà sepolta dopo i funerali previsti per le 11 a Sant’Ambrogio.
Gli investigatori infatti partono dal presupposto che i malviventi abbiano avuto un «basista» all’interno dell’appartamento al settimo piano di via Comerio 3. Qualcuno che li ha informati sulla possibilità di fare bottino pieno: i quadri, Marzio Colturani, 64 anni, era infatti un appassionato d’arte, ma soprattutto i gioielli antichi della moglie Susanna Copperi, morta due fa. I criminali, dopo aver immobilizzato il figlio Luca, 30 anni, sono andati a colpo sicuro, si sono fatti consegnare le chiavi della cassaforte, celata nell’armadio, e hanno portato via tutto, lasciando però, abbastanza incomprensibilmente, un paio di Rolex.
La fonte potrebbe essere stata proprio la ragazza che, magari ingenuamente, ha raccontato a qualcuno «quanto fossero ricchi i suoi padroni». Tatiana è stata sentita ieri per otto ore, ma sull’utilità delle sue dichiarazioni c’è il massimo riserbo. I carabinieri lavorano tuttavia anche sugli operai che in primavera hanno ristrutturato l’appartamento. Anche qui qualche muratore straniero potrebbe aver notato la ricchezza della casa. Non bisogna scordare, infatti, che Luca ha parlato di averli sentiti parlare con un accento dell’Est.
C’è poi la questione di come i banditi siano entrati senza forzare la porta. Forse con una copia della chiave (ma allora da chi l’hanno avuta?), forse usando un marchingegno - peraltro molto noto agli scassinatori - che consente di far ruotare dall’esterno la chiave se inserita nella toppa, cioè dove Luca ha detto di averla lasciata prima di coricarsi.
Il morto, però, non era previsto: Colturani sarebbe quindi deceduto per sbaglio, soffocato dal bavaglio, il nastro da pacchi che gli ha bloccato bocca e naso. E ora quel bottino scotta maledettamente. Così, mentre i gioielli possono essere smontati, i quadri sono la firma del delitto. Meglio sbarazzarsene. Cosa che i malviventi hanno fatto con ogni probabilità l’altra notte. Un pensionato, che solitamente fa un giro alle 19 del parco della Giretta, sostiene di non averli notati mercoledì.

Quindi sarebbero stati buttati nella notte tra mercoledì e giovedì attraverso la recinzione, mandando in frantumi i vetri e spaccando una cornice. Senza che nessuno, dai palazzi attorno, abbia visto o potuto sentire nulla.

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