Meningite, i morti in Veneto sono tre

da Treviso

«Non c’è allarme, tutto sotto controllo, la meningite è circoscritta», dicono in modo bipartisan il ministro Livia Turco e il governatore del Veneto Giancarlo Galan. Però ieri è arrivata la terza vittima nel Trevigiano, in pochi giorni. Franca Rizzardo, 30 anni, era ricoverata all’ospedale di Montebelluna e faceva parte del gruppo di persone contagiate nella birreria di Pederobba, in quella notte tra sabato 8 domenica 9 dicembre, che doveva essere di festa e che si è invece trasformata in dramma e psicosi collettiva. Dopo la morte, la settimana scorsa, del quindicenne di origine greca e quella, sabato, di un operaio senegalese di 33 anni, ieri è arrivata quella della trentenne infettata probabilmente per aver bevuto da un bicchiere usato anche da una persona portatrice del virus. Franca Rizzardo era stata ricoverata in rianimazione e le sue condizioni (emorragia cutanea diffusa) erano gravissime. Non ce l’ha fatta a superare l’ultima crisi.
Gli altri quattro pazienti ricoverati negli ospedali di Conegliano Veneto e Treviso per fortuna sono migliorati nelle ultime ore e i medici li considerano fuori pericolo. Quanto alla psicosi diffusasi nella zona, sono circa mille le persone che si sono sottoposte alla profilassi, ma non è stato segnalato alcun nuovo caso di meningite, al punto che nelle Ulss trevigiane interessate si parla tranquillamente di emergenza finita.


A Bologna, invece, è stato ricoverato un bimbo di un anno colpito da meningite, mentre a Napoli restano gravi le condizioni del bambino di 8 anni ricoverato nei giorni scorsi. Per il diciassettenne ricoverato al Policlinico Umberto I di Roma, i medici parlano invece di leggero miglioramento.

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