Mercato, la Roma pensa solo alle cessioni

Emiliano Leonardi

È sempre calma piatta a Trigoria. La situazione di stallo in casa giallorossa sta diventando davvero preoccupante. Perché non ci si muove sul mercato nonostante Calciopoli abbia promosso la Roma in Champions League. E anche perché le conferenze stampa del recente passato (Mexes e Spalletti gli ultimi due che hanno parlato) e gli allenamenti della squadra hanno visto ben poche presenze fra i giornalisti accreditati al seguito della formazione romanista. E poi i tifosi in vacanza, e il campionato che non comincerà prima di un mese, semplici motivi che, senza tirare in ballo la dietrologia di rito (la nausea dei tifosi stessi creata dallo tsunami del calcio, la violenza sugli spalti, il caro biglietti e compagnia cantando) hanno sicuramente sfoltito il numero dei curiosi dalle parti del quartier generale romanista. Inevitabili, però, le chiacchiere sotto l’ombrellone, e fra chi si interroga sui mancati arrivi e chi fa previsioni sul podio finale del campionato 2006/2007, c’è pure chi ha giurato che non rinnoverà l’abbonamento o che a partire da settembre, la domenica la trascorrerà in famiglia. Perché uno «scollamento» - è inutile negarlo - c’è stato anche fra i patiti delle squadre che nulla hanno avuto a che vedere con lo scandalo. Ma la passione non può essere cancellata con un colpo di spugna, ed ecco allora che il dare retta alle voci di corridoio crea processi biscardiani anche sulla spiaggia. E leggere che la propria squadra non acquista un centrocampista di peso perché può contare sul giovane Galoppa, ascoltare l’allenatore toscano mentre afferma che il club punterà decisamente sull’egiziano Mido e scoprire dalle pagine dei quotidiani che, magari, Mexes potrà essere ceduto per provare ad arrivare a Diarra o a Muntari (tanto è ritornato Ferrari, per il quale si è acceso il dibattito sulle radio provate, che può sostituire il difensore francese), non può che infastidire chi, con la retrocessione della Juventus e le penalizzazioni di Milan e Fiorentina, aveva già ipotizzato un campionato da primo, massimo secondo posto. Ragionamento magari illogico, se solo si pensa che nel calcio nulla è scontato, ma attraente al solo pensiero che sono stati allontanati i «cattivi» che hanno rovinato il football.
Dietrologia a parte, l’unica cosa certa è che il club della famiglia Sensi continua a non muoversi sul mercato. Ceduto Bovo e lasciato andar via Tommasi, ci si ritrova a fare la formazione per il debutto nell’aristocrazia del calcio col rischio di perdere un elemento pregiato (oltre a Mexes si vocifera insistentemente sulle partenze di Mancinio e/o Chivu) e di fare l’ennesima brutta figura sui campi del Vecchio Continente. Anche perché la Roma non sarà, stavolta, testa di serie e il rischio di trovare sulla strada il Real dell’ex Capello o i campioni in carica del Barcellona è più che lecito. Voci, illazioni, sogni e speranze, spesso neanche suffragate da certezze.

Un esempio? Nelle ultime ore Fernando Hidalgo, il procuratore del cileno dell’Inter David Pizarro, ha assicurato che «la Roma non ha mai chiesto il giocatore all’Inter, né c’è mai stata una trattativa», aggiungendo anche che lui spinge «una trattativa se una società lo vuole, ma se nessuno mi chiama io non posso fare pressioni sul vuoto». Sintomatico. O no? Chiusura di sipario sull’ultima iniziativa dello sponsor tecnico, la Diadora. L’azienda veneta regalerà un casco ai tifosi che acquisteranno un kit appositamente studiato per loro.

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