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Il "mercato rosso" degli organi sul web

Secondo un rapporto della Commissione Ue, tra il 2013 e il 2014 i Paesi europei hanno registrato quasi 16mila vittime della tratta di esseri umani: il 12 per cento è stato costretto al prelievo con la forza

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Il contatto avviene in rete. Le tariffe variano e si paga in bitcoin. Oggi il grosso del traffico d'organi viaggia su internet, per un giro d'affari complessivo che vale qualcosa come un miliardo e 500 milioni di dollari. Un business globale dai margini enormi che gode di una domanda costante. E che ha in Europa un tassello chiave. Il traffico d'organi è vietato ovunque, tranne che in Iran e Yemen.

Ma almeno il 10% dei 180mila trapianti praticati ogni anno in tutto il mondo - ricostruisce il Global Financial Integrity di Washington, uno dei maggiori centri di analisi delle transazioni illecite - è illegale. Significa che quasi 20mila interventi annui vengono fatti con organi procacciati sul mercato nero. «La denominazione traffico d'organi - ci spiega Patrizia Borsellino, docente di filosofia del diritto all'Università Bicocca e autrice insieme a Franca Porciani di Vite a perdere. I nuovi scenari del traffico d'organi - comprende principalmente due casistiche. C'è il traffico legato alla tratta di esseri umani, caratterizzato dall'appropriazione violenta degli organi, che il più delle volte porta alla morte delle vittime.

Poi, c'è un ulteriore livello di aberrazione, dove la coercizione è dettata dalla povertà e dalle estreme condizioni di vita. Qui si parla di compravendita vera e propria perché implica il consenso di chi offre un organo in cambio di denaro, di un viaggio verso l'Europa o di un qualche millantato vantaggio. Che però non c'è mai».

LA TRATTA DI ESSERI UMANI

Spesso il traffico d'organi con espianto forzato si intreccia alla tratta di esseri umani che lucra lungo le principali rotte migratorie verso i paesi occidentali e che, secondo il Counter-Trafficking Data Collaborative, nel 2021 ha riguardato 156mila casi in 189 stati diversi. Da Libia, Egitto, Libano a Kosovo, Afghanistan, Cina, Africa sub-sahariana, sud-est asiatico. «Negli Stati membri dell'Unione europea, - sostengono dalla Commissione - è un crimine raro perché, richiedendo una preparazione medica di alto livello, oltre che conservazione e stoccaggio conformi ad elevati standard tecnici, difficilmente passerebbe inosservato». Eppure, anche se in Europa il trapianto di organi è strettamente monitorato e registrato, dai database delle persone in lista d'attesa a quelli di organi e donatori, qualcosa riesce a bypassare i controlli incrociati. II «mercato rosso», come l'ha definito Scott Carney nel suo libro-inchiesta, non è solo un business illegale che ingrassa sulla pelle e la carne di chi non ha altre chance che vendersi.

LA FILIERA CRIMINALE

Ma anche una rete criminale che sfugge alle maglie strette della legislazione, grazie a una filiera super organizzata che lucra sulla disperazione di chi non ha più niente per vivere (i donatori-venditori) e di chi non può più aspettare i tempi del trapianto legale per sopravvivere (gli acquirenti). Poi, al di là dei disperati, c'è un mondo di sciacalli pronti a tutto. Dai procacciatori online delle persone a cui espiantare ciò che serve ai fornitori, ai broker che reclutano i compratori e contrattano prezzi e provvigioni, a personale e strutture medico-sanitarie estere compiacenti, che mascherano i trapianti illegali come chirurgia estetica o interventi dentistici. Fino a vere e proprie agenzie di spedizioni, che consegnano gli organi in 48 ore o che organizzano i viaggi del «turismo trapiantologico» là dove la legge è più morbida e i controlli latitano. Il tutto garantito da un sistema di pagamento in bitcoin studiato per eludere i tracciamenti. Versamenti sotto i 10mila dollari, per non destare sospetti. Poi, il resto si muove attraverso paesi come Francia, Germania e Stati Uniti tramite piccoli pagamenti con i vari servizi di money transfer, difficili da rintracciare. E il matching tra domanda e offerta avviene online, attraverso i social media e i siti di blog sui trapianti.

Il nuovo volto del traffico d'organi è digitale. Basta una semplice ricerca sul dark web. Dai singoli organi spediti ovunque al servizio completo di acquisto, organo con annesso trapianto. In pochi click si trova di tutto. Digitando «organs for sale» compare una sfilza di offerte, tra cui «Wellcome to Organ City», un sito strutturato come un vero e proprio ecommerce. Di organi. Con tanto di foto e recensioni entusiastiche dei clienti, si vanta di disporre dei migliori medici al mondo provenienti dai più svariati paesi (India, Stati Uniti, Australia, Cina, Emirati Arabi Uniti e Unione europea) e di consegnare ovunque senza alcun problema.

I TARIFFARI

I prezzi vanno dai 50mila dollari per i polmoni ai 100mila per il cuore. Segue poi una spiegazione dettagliata per acquistare bitcoin con carta di credito o per saldare direttamente sul portafoglio di Organ City con QR code da scansionare e inserire. Ultimo passaggio: inviare una mail con la ricevuta per la conferma. In calce: «Grazie attendiamo di leggerti al più presto, dopo che hai pagato».

Gli organi si possono comprare, ma anche vendere. Scandagliando il dark web, compare la Kidney sale foundation, il portale di una sedicente clinica basata in India che millanta di essere l'eccellenza nella compravendita. In pratica, recluta online persone disposte a vendere un rene. «Vuoi vendere il tuo rene per soldi? I pazienti, le famiglie hanno messo le loro vite e la loro salute nelle nostre mani e del nostro team del Columbia Asia Hospital India - recita lo slogan pubblicitario che campeggia nell'homepage - ed è nostra prima responsabilità proteggerli dai danni con un trattamento di classe mondiale». Poi, basta prenotare via whatsapp una visita con il loro team di nefrologi «per ottenere un sacco di soldi». Il mercato degli organi non risparmia nemmeno i social network. Da Facebook a Instagram, dove si trovano post di utenti disposti a vendere un pezzo di fegato o un rene per saldare i debiti: «Ho bisogno di fondi il prima possibile, voglio vendere un rene. Per favore, se qualcuno è a conoscenza del luogo o del sito, mi informi appena può. Se vuoi risolvere tutti i problemi di debiti, devi essere pronto a fare sacrifici». «Sono pronto a donare». Oppure profili che raccolgono brevi annunci sotto l'hashtag #kidneydonor (donatori di rene, ndr). I più si limitano a scrivere il proprio gruppo sanguigno, invitando chi è interessato a contattarli in privato. «Sono 0+. Chi ha bisogno mandi un messaggio in direct».

OFFERTE ALL INCLUSIVE

Poi, ci sono i pacchetti «all inclusive», comprensivi di organo e trapianto. Organs transplants si presenta come il «mercatino nero degli organi per combattere la morte prematura dovuta alle lunghe liste d'attesa per un trapianto». Ma subito dopo avverte: «Tutte le nostre operazioni sono considerate illegali. Lavoriamo sotto copertura con esperti provenienti da tutto il mondo. Il nostro team non è legalmente registrato per operare. Per questo, non accetteremo accordi documentati e manterremo riservata l'identità dei nostri clienti». La sede è negli Stati Uniti, ma hanno filiali anche in Russia, Francia, India, Indonesia, Australia, Brasile. Mentre accettano clienti di ogni nazionalità, ma preferibilmente da Usa o Europa. La procedura, promettono, è semplice. Per un costo compreso tra 222mila (rene) e 857mila dollari (cuore). «Quando è disponibile il donatore, in meno di tre giorni ti verrà inviata un'email con le indicazioni per l'acconto e il luogo dove incontrare il nostro team. Dopo l'intervento, sarai tenuto sotto la nostra unità di terapia intensiva per un adeguato monitoraggio. Non sarà consentita alcuna telefonata».

Se non ci si fida dei loro esperti, preferendo «il proprio ospedale di fiducia», non c'è problema: «Fai l'ordine online indicando la data dell'intervento e ti consegneremo il tuo organo in tempo».

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