Amanda, Raffaele e Rudy di nuovo uno accanto all’altro. I «crudeli ragazzi della porta accanto» - come li definisce l’accusa - tornano di buon’ora nell’aula «A» del Palazzo di giustizia perugino. Stavolta per ascoltare le arringhe degli avvocati di parte civile. Si comincia alle nove e mezza. Per Rudy Guede, che un po’ racconta ma molto non dice, questo è già il processo, visto che ha chiesto il rito abbreviato; per la bella americanina venuta da Seattle e il neo laureato Raffaele Sollecito, bisognerà attendere la decisione del gup dopo le richieste dei pm di rinvio a giudizio. Nel quadro accusatorio dipinto dai due pubblici ministeri, sarebbero stati loro tre ad uccidere la studentessa inglese ventiduenne arrivata a Perugia con l’Erasmus.
Era la notte di Ognissanti, quando Amanda - sempre stando all’accusa - avrebbe tagliato la gola a Mez mentre gli altri due la tenevano ferma. Dopo averla spogliata, mentre l’ivoriano la violentava. Un gioco sessuale «drogato», quasi un «rito» al quale la vittima si era ribellata. Che non voleva.
Una tesi, che si preparano a respingere i difensori dei tre ragazzi e che negli Stati Uniti, patria della «candida» Amanda, non solo i media bocciano a priori. Il programma mattutino dell’Nbc, Today, ha trasmesso un video che, a giudizio dell’avvocato Anne Brenner, dimostrerebbe gli «errori» commessi dalla polizia nei primi rilievi. La Brenner è stata ingaggiata dagli amici di Amanda Knox. Nel filmato si vede un agente della nostra polizia che tenta di sfondare a calci una porta, mentre altri colleghi lo osservano. Poi è inquadrato uno degli uomini della scientifica mentre raccoglie tracce di sangue sul pavimento, cancellando, sempre a giudizio dell’ardita avvocatessa, quella che poteva essere l’impronta di una scarpa. Un altro, invece, scuote energicamente il piumone insanguinato usato per coprire il cadavere di Meredith. Tutti errori che, insiste la Brenner, potrebbero aver inquinato le prove.
«Voglio innanzitutto sottolineare il profondo rispetto che nutriamo per la giustizia italiana e per l’Italia», si è affrettata a smorzare poi l’avvocatessa contattata telefonicamente dall’Agi. Salvo poi aggiungere che «non ci piace come Amanda è stata dipinta, specie sui giornali scandalistici. Si è fatto di questa ragazza un simbolo del male, un capro espiatorio in una vicenda tutt’altro che chiara. Non vogliamo che questa faccenda finisca in mano a cowboy giustizieri».
Ieri, intanto, i legali della famiglia Kercher, hanno presentato il «conto» della loro sofferenza: 25 milioni di euro, cinque per ciascun componente del nucleo. Ecco la cifra chiesta a titolo risarcitorio da padre, madre, sorella e dai due fratelli di Mez. Cifra formalizzata al momento per il solo Rudy, ma che interesserebbe in solido anche Amanda e Raffaele nel momento in cui venissero condannati.
L’avvocato Francesco Maresca, almeno lui, è convinto dell’esattezza della ricostruzione fatta dagli investigatori della Scientifica prima e accolta poi dai pm. «In aula abbiamo parlato della partecipazione effettiva, concreta e concorsuale di Guede; abbiamo parlato di tutte le evidenze che derivano dalle lesioni subite da Meredith quando è stata ammazzata e che riscontrano la presenza di più persone contemporaneamente in quel momento in quella casa». Infine una nota polemica.
In tribunale si è visto anche Patrick Lumumba, il musicista, pierre, animatore delle giovani nottate perugine. Anche lui è parte lesa. Ha trascorso un mese di carcere per colpa di Amanda, cameriera part-time nel suo locale. Lei lo tirò in ballo, sostenendo di averlo visto la notte del delitto nella camera della vittima. Bugie, menzogne partorite forse per coprire se stessa oltre che i suoi amici. Lumumba è stato scagionato, ma una volta uscito di cella ha dovuto chiudere i battenti del pub. Mancanza di clienti, la storiaccia ha continuato a tenere la gente alla larga.
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