Ho letto con molta sorpresa e dolore larticolo di Andrea Tornielli del 22 dicembre 2005 sulla lettera della Congregazione del Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti consegnata agli iniziatori e responsabili del Cammino Neocatecumenale, Kiko Argüello, Carmen Hernandez e Padre Mario Pezzi e mantenuta «riservata» per espresso desiderio della Congregazione.
Larticolo riporta notizie assolutamente prive di fondamento: voglio ricordare che nessun laico delle Comunità Neocatecumenali ha mai fatto lomelia al posto del sacerdote, che in nessuna comunità si è mai mangiato lagnello arrostito nel corso della celebrazione della Pasqua e che mai si sono usate per la celebrazione dellEucarestia «focacce e boccali di vino». Tutti possono partecipare alle liturgie delle comunità e possono testimoniarne la dignità e il rispetto con cui vengono condotte. La descrizione poi dellarchitettura di chiese ristrutturate secondo sedicenti principi del Cammino non corrisponde affatto alla realtà e sfocia in toni di pesante cattivo gusto.
Inoltre larticolo svisa completamente il contenuto della lettera che non è «un richiamo» alle comunità per delle presunte «stravaganze liturgiche» ma costituisce invece il punto darrivo di un processo durato diversi anni e che si è concluso molto positivamente per la prassi liturgica del Cammino Neocatecumenale proprio grazie a Benedetto XVI e alla sua stima per le Comunità Neocatecumenali (fin da quando era ancora professore a Tubinga e si adoperò per introdurre il Cammino Neocatecumenale in Germania) e testimoniata in molti dei suoi libri. Anche da un punto di vista meramente giornalistico, la lettera è significativa perché si tratta del primo documento di grande importanza che accetta ufficialmente alcune varianti presenti nella prassi liturgica del Cammino Neocatecumenale come un adattamento corretto e lecito per aiutare luomo contemporaneo a ricevere la grazia comunicata dai sacramenti.
La grande novità della lettera è che essa riconosce il principio fondamentale - fino a oggi da molti contestato - della piena legittimità di celebrazioni speciali nel Dies Domini per le comunità neocatecumenali, le quali per il 70 per cento sono formate di battezzati che si erano allontanati dalla pratica religiosa e che quindi hanno bisogno di una mistagogia (iniziazione, ndr) sacramentale. La richiesta di partecipare una volta al mese alle celebrazioni generali della parrocchia è già pratica diffusa nelle Comunità Neocatecumenali, dato che in occasione del Natale, dellEpifania, della Missa in Coena Domini, della festa Patronale, dellImmacolata e di molte altre solennità le comunità celebrano con tutta la parrocchia. La lettera concede che il segno della pace venga scambiato prima delloffertorio: per capire limportanza di questa concessione basta pensare che pochi giorni prima della lettera il Prefetto della Congregazione aveva spiegato a centinaia di vescovi partecipanti al Sinodo sulleucaristia (si possono controllare gli atti) che a nessuno mai sarebbe stato concesso di cambiare il luogo del segno della pace. Sono state permesse le monizioni prima delle letture e la «risonanza» prima dellomelia, anchesse da molti contestate.
Infine, il modo di distribuzione della comunione viene permesso per un tempo lungo che, se pur ad experimentum, dimostra che non si tratta di una pratica irrispettosa ma pienamente legittima nel quadro dellapprovazione degli Statuti. Finito lexperimentum la Commissione interdicasteriale delle cinque Congregazioni che hanno approvato gli Statuti (Consiglio per i Laici, Fede, Clero e Catechesi, Liturgia ed Educazione Cattolica) verificherà gli adeguamenti necessari.
Se si pensa che siamo di fronte allunico caso di una realtà ecclesiale alla quale vengono permesse alcune importanti varianti liturgiche, si può capire la considerazione e limportanza ad essa connessa da Benedetto XVI e dalla Congregazione stessa: la lettera termina infatti esprimendo riconoscenza «al Signore per i frutti di bene elargiti alla Chiesa» dal Cammino Neocatecumenale.
incaricato per le relazioni
con la stampa del Cammino
Neocatecumenale
Nellarticolo in questione ho utilizzato termini impropri (come ad esempio «boccali» invece di «coppe» di vino, «focacce» invece di «pane azzimo», lagnello che non si mangia certo durante la veglia ma nellincontro conviviale che ne segue), che hanno contribuito a dare una descrizione sbagliata delle liturgie neocatecumenali e di questo chiedo scusa agli appartenenti al Cammino e ai lettori.
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