Il Messico manda l’Angola in terapia

È un Messico galvanizzato dal netto successo di domenica sull’Iran, ma anche orfano del suo giocatore più carismatico e rappresentativo, Jared Borgetti, quello che oggi affronta l’Angola cercando i punti decisivi per la qualificazione agli ottavi. L’attaccante del Bolton, infortunatosi nel primo match mondiale, ha accusato un problema al bicipite femorale della gamba sinistra e potrebbe saltare, oltre alla gara odierna, anche l’ultima partita del girone contro il Portogallo.
Ad Hannover, intanto, i tifosi messicani al seguito della Tricolor hanno scoperto di non poter assistere all’evento di stasera: non ci sono, infatti, i tagliandi per la partita promessi loro dall’agenzia viaggi. In compenso, la Mega Travel si è offerta di risarcire i supporters con 250 euro e di fornire loro biglietti per l’attesissima, soprattutto dai messicani, Germania-Ecuador.
L’Angola, dal canto suo, le ha provate davvero tutte. Martedì pomeriggio i giocatori africani hanno assistito a una prima seduta di psicoterapia di gruppo per «raggiungere il massimo della forza mentale possibile» e per trasmettere fiducia e coraggio a Mantorras (ancora in panchina) e compagni.

Protagonista della lezione di autostima è stato il luminare Laurindo Vieira, docente di psicologia dell’Università Cattolica di Luanda. Il ct Goncalves, per contro, predica umiltà e realismo. «Loro sono più forti – sostiene –. Dobbiamo solo cercare di giocare bene, poi non si sa mai...»: un limpido esempio di gestione coerente delle risorse umane.

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