Marianna Bartoccelli
nostro inviato da Messina
Malgrado la lunghissima attesa per uno spoglio vergognosamente lungo (troppe liste ma anche scarsa preparazione dei presidenti di seggio) alla fine della giornata di ieri i dati definitivi, più o meno, sono stati resi noti. Messina sceglierà il suo sindaco tra due settimane e lo sceglierà tra il candidato della Cdl, Luigi Ragno che ha avuto il 46,61% dei voti, 179 voti in più del candidato dellUnione, Francantonio Genovese, che si attesta al 45,79%. Il consiglio comunale rimane alla maggioranza del centrodestra. Le 20 liste della Cdl ottengono infatti il 55,61%, mentre lUnione si ferma al 37,64%. Terzo polo o terzo incomodo lMpa di Raffaele Lombardo che insieme allaltro ribelle di An, Nello Musumeci raccolgono il 6,4% dei voti, mentre il loro candidato raccoglie il 7,4%. «Risultati formidabili», commenta Francesco Rutelli. «Eccellente risultato», chiosa Piero Fassino. E mentre Cesa sottolinea il trend di crescita dellUdc, il senatore Nania, che si è dedicato molto a questa campagna elettorale, ci tiene a evidenziare che «la città è rimasta di destra». E anche il leader dellUdeur siciliano Nuccio Cusumano prende un consigliere e si dice soddisfatto dei tanti voti presi. Guarda al ballottaggio Carmelo Briguglio, altro messinese di An, vicepresidente dei deputati: «Non credo che gli elettori vogliano avere un comune come unanatra zoppa. Il consiglio di centrodestra e il sindaco di sinistra. Sarebbe la paralisi per Messina» commenta, dicendosi sicuro che al secondo turno Ragno verrà eletto. Mentre Angelino Alfano, il coordinatore regionale di Fi, il partito che più degli altri nella Cdl ha subito un calo, punta sui risultati delle liste e definisce «plateale» la vittoria della Cdl al Consiglio e «insensato» il tentativo di un terzo Polo.
Adesso ognuno, dirigenti locali e nazionali, tenta di dare linterpretazione di un voto che a detta di tutti risulta comunque falsato dallabnorme numero di liste, quasi tutte oltre i mille voti anche se alcune decine di candidati non ne hanno preso neanche uno. Dati più concentrati in periferie, dove i partiti classici hanno avuto maggiore riconoscimento. La lista più votata è quella di Fi con poco più di 12mila voti. Quasi pari Alleanza Nazionale e la lista Udc con dAlia (attuale sottosegretario alla Difesa che si piazza come vero vincitore dentro la Cdl) che superano appena gli 11mila voti. Ma ogni formazione ha avuto più liste collegate e questo ha cambiato il risultato finale e lassetto del nuovo consiglio comunale. Nel centrodestra il primo partito diventa così lUdc, che arriva a 9 consiglieri (lultimo arriva a tarda sera per due voti togliendo il seggio al candidato di Destra sociale di una delle liste di An). Proprio An con il 19% ottiene 8 consiglieri, mentre Fi ne perde tre e in consiglio verrà rappresentata da 6 consiglieri, con un calo alle ultime elezioni del 2003 pari all8% dei voti, cioè diecimila. È il calo del partito degli azzurri che emerge dalle prime analisi, calo che potrebbe avere influito sulla sconfitta a primo turno di Ragno. Per i politici della Cdl ieri è stato il giorno della riflessione, per capire di chi è quel dieci per cento di voti disgiunti, che pur votando centrodestra, ha deciso di dire sì al candidato di centrosinistra. Tolti buona parte dei voti che sono andati a Nunzio Romeo (che proviene dalle file di Forza Italia, di cui è stato il primo dei non eletti allassemblea regionale), gli esperti del voto reputano che parte dei voti persi da Fi siano andati proprio al candidato dellUnione, che del resto rappresenta larea moderata del partito di Rutelli. «La sinistra si contenta di 20 punti in meno di noi - commenta il ministro Gianfranco Miccichè -, contenti loro, felici noi». Ma aggiunge: «Adesso bisogna capire perché non siamo stati in grado di trasferire tutti i voti delle nostre liste a Ragno».
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