L’ottavo incidente avvenuto sulla metropolitana negli ultimi mesi, solo per un caso non ha avuto conseguenze ben più gravi. Il deragliamento di un vagone centrale della metro A, venerdì sera alle 20.10, ha provocato solo leggere contusioni a otto passeggeri e crisi di panico a una donna che è stata accompagnata in ospedale, soltanto perché il convoglio non è uscito dai binari in una galleria, ma poco prima di entrare alla stazione Flaminio. Ed è stata proprio la parete della stazione ad evitare che il vagone si rovesciasse, trascinando anche le altre carrozze.
Momenti di puro terrore tra i numerosi passeggeri, che mentre il vagone si inclinava su un lato tra le scintille, hanno sentito un forte botto, provocato dall’entrata in funzione di un congegno di sicurezza che ha bloccato i motori. Dagli altoparlanti della stazione sono arrivate le indicazioni ai passeggeri, che si sono precipitati verso le uscite aiutati dagli uomini della vigilanza e dalle squadre aggiuntive di addetti che hanno regolato il deflusso, evitando altri incidenti. La linea A è stata immediatamente interrotta da Flaminio a Ottaviano ed è stato attivato il servizio di navette sostitutive. Alle 21, poi, la metro ha chiuso definitivamente, come accade ogni sera dal 10 gennaio 2005, quando sono cominciati i lavori di ammodernamento della linea, quelli che in futuro, forse, eviteranno il ripetersi di simili «fuori programma».
«Niente di grave», si è affrettato a rassicurare il presidente di Met.Ro, Stefano Bianchi, che ha sottolineato come il treno al quale è capitato il guasto - che si è «disallineato rispetto ai binari» - sia un Ma 100, un vecchio modello, di quelli che la società sta man mano sostituendo. Da quasi un anno e mezzo, intanto, la linea A chiude due ore prima del solito per consentire i lavori che dovrebbero garantire alla capitale una metropolitana degna di questo nome. Con la speranza che dopo non sia più un terno al lotto viaggiare sotto terra. Negli ultimi mesi, infatti, si sono susseguiti gli incidenti che hanno interrotto il servizio mettendo a dura prova la pazienza degli utenti, quando non a repentaglio la loro sicurezza.
Soltanto pochi giorni fa, il 29 marzo, il cedimento di un binario ha provocato l’ennesimo stop sulla linea A nel tratto tra Ottaviano e San Giovanni. Il servizio è stato sospeso per un’ora e ha provocato pesanti disagi ai passeggeri. Sulla manutenzione si sono allungati ancora i legittimi sospetti di chi tiene il conto di guasti ed incidenti. Il 3 febbraio del 2006 è stato un danno all’impianto elettrico a Ottaviano con relativo boato a spaventare gli utenti. Un problema risolto in poco tempo, per fortuna, con i passeggeri evacuati dalle forze dell’ordine. «Normale procedura», ha puntualmente minimizzato l’azienda. A gennaio la metro ha lasciato a piedi i passeggeri per due giorni consecutivi. Nel primo caso la colpa è stata di un sovraccarico di tensione sul pantografo, nel secondo di un treno che è passato su un binario di servizio sul quale non sarebbe dovuto passare poiché non era attivato, creando difficoltà alla linea elettrica.
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