Per la prima volta alla Mostra di Venezia c'è una piccola, enorme novità: un film fuori concorso, «Sfiorando il muro», dedicato a due vittime missine delle Brigate rosse, Giralucci e Mazzola. Nel racconto pubblico quel capitolo è stato cancellato, nonostante le numerose vittime.
E finalmente si parla del dramma di quei bambini figli delle vittime occultate del terrorismo rosso, quelli di destra. Ma non si tratta di piantare rivendicazioni storiche o cercare risarcimenti ideologico-morali, si pone invece una questione inerente all'arte e al cinema: quante storie grandi e tragiche, quanti personaggi straordinari il cinema non ci ha raccontato perché erano dalla parte sbagliata.
Pensate che grandi film, che grandi storie si potrebbero ricavare ad esempio da personaggi come Italo Balbo o il Principe Borghese, Bombacci, Durand de la Penne o il Duca d'Aosta, l'impresa fiumana o Codreanu in Romania. E che grandi film si potrebbero trarre dalla vita di Ezra Pound e Céline, Junger e Malaparte, D'Annunzio, Evola e Marinetti. E Così parlò Zarathustra , a cui fu dedicata solo una colonna sonora, non sarebbe un film grandioso? E la vita di Florenskij che nel gulag fa scoperte scientifiche, scrive capolavori e lettere sublimi e poi viene ucciso? Il cinema ha bisogno di storie eroiche o controverse da raccontare.
E invece veti e boicottaggi prevalgono sull'arte e mutilano la creatività. Non si tratta di lottizzare il cinema, ma dire ad autori e produttori, registi e attori: cosa vi siete persi e cosa ci siamo persi a tacere quelle storie proibite.
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