Un delitto e due processi. Uno a Perugia, quello reale, con giudici, testimoni, accuse e difese, indizi e prove; laltro mediatico, partito da più di mille miglia di distanza, preparato e rilanciato via etere da una spregiudicata avvocatessa pronta a trasformare londa delle emozioni in pantomima della giustizia.
Dicono che una fragorosa risata tra giudice, pm dellaccusa e avvocati, ieri, abbia chiuso la polemica scatenata dalla scaltra Anne Brenner, la legale arruolata Oltreoceano dagli amici di Amanda. Lei, naturalmente, innocentista a priori, senza uno straccio di documento in mano ma pronta a giurare, grazie a frammenti di un filmato, sullincapacità della polizia italiana nel rilevare le tracce. «Hanno inquinato le prove» era riuscita a dire laltro giorno mostrando il video in un programma mattutino dellNbc. Insomma nella «Squadra» nostrana un branco di incompetenti e visto che una dei tre imputati è americana, via libera ai superdetective di «Csi». Peccato che si sia scordata almeno un paio di particolari. Primo: la scena in cui si vede la polizia sfondare una porta non riguarda lappartamento in cui fu uccisa la povera Meredith, ma è quello del suo fidanzato italiano. Secondo: prima di procedere agli esami sullimpronta di scarpa rilevata sul luogo del delitto limpronta stessa venne fotografata dalla Scientifica da tutte le angolazioni possibili. E questo proprio perché si trattava di un esame irripetibile che avrebbe potuto, per via dei reagenti utilizzati, cancellare in parte la traccia stessa.
«Non conosciamo lavvocato americano che ha parlato - prova a giustificarsi il difensore «vero» di «Foxy Knoxy», Luciano Ghirga - e comunque quella signora non rappresenta alcuno».
La bionda castigatrice Brenner, dopo gli insulti mascherati da dubbi, non ha perso tempo. Arrivando a rilanciare: «Bisogna celebrare in America il processo ad Amanda». E lo ha fatto presentando un esposto.
«Non mi faccia parlare», ha replicato ieri, indispettito, il pm Giuliano Mignini. Il Csm, nel frattempo, ha aperto un fascicolo, «atto dovuto», spiegano a Palazzo dei Marescialli. La pratica dovrebbe finire nel cestino se non altro per una questione di competenze. «Non ho visto lesposto - chiarisce il presidente della Prima Commissione Ugo Bergamo -, certo se si chiedesse lo spostamento del processo negli Stati Uniti si tratterebbe di una questione che non riguarda le competenze del Csm. Sarebbe, semmai, un conflitto di giurisdizione fra Stati». I magistrati perugini, chiedono però al Csm di intervenire a loro tutela dopo gli i «missili» a stelle e strisce..
Nel tribunale di Perugia, intanto, le udienze sono proseguite. La parola, ieri, spettava proprio al legale della candida Amanda, che tra una lacrima e i vari diari delle sue prigioni, continua a ripetere la propria innocenza. Pure lei, attaccando gli investigatori italiani. «Ero sotto pressione, mi davano della bugiarda. Ho chiesto un avvocato ma mi hanno risposto che così avrei peggiorato la mia situazione».
A smontare il teorema accusatorio, con qualche argomento in più, ci provano i suoi due avvocati. Meredith - secondo la difesa - venne uccisa da un unico aggressore, una persona robusta. La stessa arma del delitto sequestrata dalla polizia non sarebbe quella che ha ucciso la vittima.
Per questo chiedono che Foxy Knoxy sia prosciolta.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.