Sono circa una decina in Italia le scuole che preparano i ragazzi a diventare performer (come si dice in gergo) di musical. Ad avere segnato la strada è stata la «Bernstein School of Musical Theater-Bsmt» di Bologna, la prima in Italia a fornire questo tipo di insegnamento (www.bsmt.it). A fondarla è stata, nel 1992, la cantante lirica canadese Shawna Farrell, convinta dal marito, violinista italo-canadese, a continuare gli studi di canto nel nostro Paese. «E pensare che il mio sogno era di trasferirmi a New York», confessa Farrell con un accento alla Heather Parisi, «ma ora sono orgogliosa di avere importato la cultura del musical dove era pressoché sconosciuta». Soprano, laureata in Studi musicali e vocali presso la University of Toronto, ha lavorato a lungo come cantante e attrice in opere, musical e film in tutta l'America del nord.
In quanto tempo si diventa performer di musical?
«Il corso full-time (attualmente gli iscritti sono una sessantina) dura tre anni, ma stiamo pensando di aggiungerne un quarto. Mentre all'estero i ragazzi iniziano dalla scuola superiore, se non prima, ad allenarsi in tutte le discipline del musical (canto, ballo e recitazione), in Italia si sentiva la necessità di strutture che fornissero un tipo di preparazione completa».
Quali sono le qualità per intraprendere questa carriera?
«Disciplina e spirito di gruppo, che in alcuni casi sono estranei alla mentalità italiana che è estremamente individualista. I ragazzi qui non sono abituati a seguire delle regole precise, e spesso finiscono per pensare che nel lavoro, come nella vita, si possa sempre improvvisare. Nel musical questo non è possibile: solo sforzo, tenacia e una disciplina ferrea portano a buoni risultati. Questo è un vero peccato perché quando al talento italiano si unisce la disciplina si ottengono vere bombe di bravura, come la bravissima Francesca Taverni, contesa dai teatri di tutta Europa».
È stato difficile proporre il musical al Paese dell'opera lirica?
«La mia è una crociata. Combatto ogni giorno per fare capire agli italiani che il musical non è solo intrattenimento e leggerezza, ma anche impegno e dramma. Per questo nella mia scuola ho deciso di mettere in scena spettacoli di grande spessore come Parade (la storia di un ebreo linciato) o Chess (che parla di come la politica consideri gli uomini delle pedine da muovere a piacere)».
Usciti dalla scuola è facile trovare un ingaggio?
«Anche in questo settore è difficile riuscire a sfondare e il mercato è saturo.
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