Sono mamma di una campionessa del mondo! Vabbé, juniores e di combinata, non allarghiamoci troppo, ma insomma, per una juniores che adora sciare in tutte le specialità questo titolo conta tanto, tantissimo. E io sono felice, orgogliosa, con solo un rimpianto: non esserci stata al momento della premiazione, della medaglia al collo, io che nella mia carriera ho sempre inseguito un podio importante e sono finita quarta, quinta, settima, insomma sempre fuori dai giochi nel giorno x, io che alle note dell'inno di Mameli per qualsiasi atleta italiano di qualsiasi sport sento i brividi scorrere lungo la schiena, io non c'ero nel giorno in cui mia figlia Federica Brignone è stata la protagonista di quel momento.
Che dire? Spero ci siano altre occasioni, l'inizio è promettente, l'importante, come si dice in questi casi, è che la ragazza non si monti la testa ed abbia voglia di migliorare. Su questo però posso garantire, perché ho la fortuna di conoscerla abbastanza bene. No, Federica non si monterà la testa, anzi, questa soddisfazione la porterà ad impegnarsi molto di più. Sì, Federica migliorerà, perché sa bene che la sua carriera comincerà nella prossima stagione, quando forse verrà chiamata a fare la coppa del mondo, il vero, il solo palcoscenico su cui mostrare il proprio valore. Ma intanto... Godiamocela! Noi a casa, lei a Garmisch con i compagni di squadra, pure molto bravi in questi mondiali juniores: l'Italia è prima nel medagliere con 2 ori, 2 argenti e 3 bronzi, quattro medaglie sono arrivate dalla combinata e questo significa che i nostri giovani non sono ancora specializzati, ma hanno una buona base su cui costruire dei campioni completi e soprattutto già temprati alle difficoltà della discesa come a quelle dello slalom, gare all'opposto per tecnica, emozioni e tensioni.
Da mamma, posso assicurare che le emozioni e le tensioni della discesa sono quasi insopportabili, perché la discesa è la gara più pericolosa, quella in cui non si può sbagliare e non si deve cadere: in prova una canadese era stata portata via in elicottero, malmessa, ieri, prima che Federica partisse, la gara è stata interrotta per quaranta minuti, causa caduta. Quando sei atleta a queste cose non pensi, da mamma però tutto cambia e la speranza è sempre e solo una: che non si faccia male, che non veda svanire in un secondo tutto l'impegno messo per arrivare fino a lì. È da una settimana che Fede e le compagne si alzano alle 5.
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