In realtà mi aspettavo di trovarmi in lista fra Nelken e Nivarra; ci sono rimasta quasi male, dato che in fondo faccio un corso tutti gli anni alluniversità, quando sono andata a controllare se mi trovavo fra i professori ebrei da boicottare «ideologizzati culturalmente e politicamente solidali a unentità politica extranazionale quale Israele rappresenta». Me laspettavo, perché quel sito, come altri, si è già occupato di me. È un modo (spero) ironico per dire che lodio dei cretini è un onore e che lantisemitismo di quel genere è un contrappasso ben modesto per il grande dono di unidentità democratica e umanista che lebraismo ti regala. I professori in lista sul sito in realtà sono ebrei solo in piccola parte, la pecioneria è spesso parte del delirio antisemita, non per questo meno pericoloso. E pensare che chi ha messo in giro la lista poteva verificare su un altro elenco messo in circolazione un paio danni fa con tutti i nomi ebraici italiani.
Dunque, pensavo di essere stata marchiata e messa in lista perché quel sito antisemita che ha messo in rete una lista di professori che avrebbero inquinato lUniversità italiana con la loro cospirazione giudaica, nel passato recente si è occupato anche di me come di altri amici e colleghi; listinto è quello di alzare le spalle di fronte alla stupida ossessività dei blogger antisemiti, ma alla fine anche un blog, se unito a tante altre minacce, può renderti la vita amara ed essere pericoloso. I professori nella lista sono presentati come ciniche spie, perfidi israeliani travestiti da italiani per deviare la nostra cultura e impossessarsene, loschi profittatori: insomma, non nascondiamocelo, si invita a schiacciarli come insetti. Non è un caso isolato: quando sei perseguitato dalla diffamazione antisemita possono scriverti sulla porta dellaula in cui insegni «Cane di un ebreo» come hanno fatto al professor Giorgio Israel; possono costringerti, raccontando per iscritto e alla radio, che invece di una giornalista sei una colonna israeliana, a vivere protetta ormai da tanti anni, come capita a me. E oltre alla scorta ti aiuta anche il fatto che lItalia non è cretina e cattiva, e capisce, e legge, e sa, come si è visto durante la polemica per il Salone del Libro e come riscontriamo ogni giorno personalmente. Lantisemita è tuttavia forte, pericoloso, ricco di alleanze. È diventato soprattutto un paladino del pregiudizio antisraeliano perché esso è il ponte verso una massa che magari non crede che gli ebrei debbano scomparire, ma pensa che Israele, invece, sì. I siti che criminalizzano gli ebrei e Israele insieme sono tanti, e di tutte le parti estreme. Il complotto è una bestiaccia che si arrampica facilmente nei cervelli, rende la bugia verità e la fantasia realtà, rende il pubblico succube di visioni politiche antiamericane e antisraeliane che impediscono allopinione pubblica di maturare e ragionare con realismo. Le orride balle come quella che accusa gli americani di essersi autodistrutte le Twin Towers con laiuto del Mossad lanciano sempre lidea di una cospirazione giudaico-americana. Lodierno antisemitismo, che a loro piaccia o no, è nutrito da personaggi noti come Giulietto Chiesa, come Blondet, come Gianni Vattimo che originano e rilanciano opinioni complottiste antisraeliane e antiamericane. Di questo i blog sono veicoli potentissimi. In secondo luogo: non è un caso che la lista antisemita esca mentre vibra la tensione legata al Salone del Libro. Per quanto minoritario, qui si è presentato, duro e cretino, un sentimento antisraeliano che non conosce neppure il confine della libertà di opinione, di scrittura, di romanzo. Adesso, accusando i professori di essere la quinta colonna di oscure trame, si riprende il filo della polemica e si rilancia lidea che vedere con senso di storica soddisfazione lesistenza di Israele sia in sé indecente. Israele deve morire: su questo, mentre sullantisemitismo non cè accordo perché la sinistra non ammetterà mai che il suo pregiudizio antisraeliano sia antisemita, lestrema destra e lestrema sinistra convergono.
Fiamma Nirenstein
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