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Michael ammette: «Mi sa che è colpa mia»

Todt lo difende: «Chi lo mette in discussione non capisce nulla di piloti e uomini»

Michael ammette: «Mi sa che è colpa mia»

da Shanghai

Cina stregata per Michael Schumacher. L’anno scorso fu 12°, ma almeno Barrichello trionfò. Quest’anno, invece, è finita con il kaiser delle piste ritirato dopo una gara surreale e con il brasiliano alla sua ultima sgasata al volante della Rossa solo 12°. In proposito, il brasiliano dirà: «Sono certo che io e la Ferrari resteremo amici per sempre, mi hanno dato tanto, mi hanno aiutato a costruire il mio futuro... »; e sulla gara: «C’è poco da dire, è stata una gara triste, non avevo più gomme».
È invece Schumi quello che deve dire e raccontare molto. Perché l’incidente che l’ha visto coinvolto nel giro di installazione (quello in cui si portano le monoposto in griglia, mezz’ora prima del via) ha dell’incredibile. «È stata la brutta chiusura di una brutta stagione. Durante la fase di riscaldamento delle auto - spiega - si va spesso a zig zag, come stavo facendo io. Poi, “bang!”, è arrivato il colpo». Era la Minardi di Christijan Albers, che gli ha preso in pieno una ruota. «Forse - ammette il tedesco - è un po’ anche colpa mia». Infatti, a fine gara si prenderà un’ammonizione ufficiale dalla Fia per aver di fatto provocato l’incidente.
Fatto sta che Schumi è poi incorso in un secondo incidente: «Colpa delle gomme usurate e molto fredde», spiegherà. «Qualcuno davanti a me ha frenato (Coulthard), ho dovuto frenare anch'io, e sono scivoltato, come se fossi sul ghiaccio... In ogni caso non sono certo che, viste le condizioni delle gomme, avrei finito la gara». Quindi «l’unico piccolo motivo di soddisfazione: mi sono assicurato il terzo posto nella classifica piloti (grazie al ritiro di Montoya)... Per il resto sono solo contento che questa stagione sia finita». «Esseri terzi nei costruttori e nei piloti è un miracolo», confessa Jean Todt che difende comunque il suo pilota: «Chi dice che Michael non è più lo stesso, o non conosce i piloti o non conosce gli uomini». E tornando al team: «Quest’anno ci ha insegnato che bisogna essere ancora più umili perché è facile fare errori che ti fanno perdere tutto quello che hai costruito».

Quindi il saluto a Barrichello: «In tutte le famiglie ci sono degli alti e dei bassi nei rapporti, ma nel suo caso gli alti superano talmente i bassi che ci ricordiamo solo quelli».

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