Franco Ordine
nostro inviato a Siena
Alla ricerca di una coppa (Campioni) e di un Milan perduti. Prima di volare verso Siena (il charter, causa nebbia, è stato dirottato da Firenze a Pisa) e la Toscana colma di buoni risultati (vittorie a Empoli e Livorno, sconfitta, immeritata, a Firenze), Adriano Galliani, vice-presidente vicario riapre le «vecchie ferite» e chiede in modo solenne lapertura dellinchiesta da parte dellUefa. «Se non arrivasse dufficio, avanzeremmo noi la richiesta, è al lavoro lavvocato Cantamessa» riferisce il dirigente berlusconiano, in campo sono schierati i legali. Evidente lo scopo delliniziativa milanista: Galliani, come al solito, non si nasconde dietro un dito nellintervento di ieri mattina a Milanello. «Nel caso venissero confermate le accuse contenute dalle rivelazioni di Jean Jacques Eydelie, lUefa dovrebbe assegnare la coppa dei Campioni al Milan» è la sua dichiarazione più impegnativa cui si aggiungono una serie di omissis. E che nessuno invochi una qualche prescrizione. «Per reati così gravi non esiste» aggiunge perentorio. «Neanche sotto tortura posso aggiungere altro sugli episodi del 91 e del 93» è la sua chiosa divertita dinanzi alle domande dei cronisti. Non è un caso se Galliani non squaderna il suo album personale ma inserisce nella discussione anche la sfida dei lampioni, anno 91, quando il Milan arrivato a Marsiglia per la sfida poi conclusa con l1 a 1, la sospensione e la successiva squalifica, cambiò allimprovviso albergo per prendere riparo dal rischio di un eventuale boicottaggio (si parlò di traffici curiosi nella cucina dellhotel scoperti da un paio di dirigenti rossoneri dellepoca, Taveggia e Susini).
I boatos, come testimonia ancora Galliani, non sono nuovi. Il Milan addirittura giocò, al posto del Marsiglia, la supercoppa dEuropa e quella Intercontinentale a seguito della squalifica dellOlimpique per corruzione. «Mi sembrano cose gravi, se venissero accertate, il Milan avrebbe diritto alla coppa» è il parere di Ancelotti, allepoca nello staff di Arrigo Sacchi in Nazionale. E anche Capello, come Galliani, non è certo caduto dalle nuvole, nonostante il suo incipit molto apprezzato («Io e il Milan avremmo voluto vincere sul campo visto che Barthez compì alcune parate miracolose»). «A fine gara non ci accorgemmo di nulla di strano» è il suo ricordo smentito in modo clamoroso da un particolare dellepoca. Al ritorno dalla finalissima di Monaco di Baviera, il presidente Silvio Berlusconi fu raggiunto da una serie di segnalazioni e provò a dare voce ad alcuni sospetti. E ieri ha commentato: «Se si riesce a fare giustizia, bene».
«Larbitro di quel match venne radiato dalla sua federazione perché ritenuto corrotto» è laltro inquietante particolare fornito dallattuale condottiero juventino. «Spero non sia una manovra per vendere copie del libro» sostiene Filippo Galli, uno della spedizione rossonera dellepoca, e gli fa eco Marcel Desailly che in quella partita era ancora sulla sponda marsigliese: «Eydelie cerca solo pubblicità». E sullargomento arriva anche lo stop di Bernard Tapie, presidente dellOemme che annuncia la querela al «pentito» e al giornale sportivo parigino lEquipe.
Prima di riprendersi una improbabile coppa dei Campioni, il Milan deve comunque ripulire il suo attuale torneo macchiato da 5 sconfitte fuori casa. «Nel rendimento casalingo siamo al pari della Juve, in quello esterno siamo invece al quinto posto» puntualizza Galliani che lavora al fianco di Ancelotti (giurandogli in privato che le voci su Rijkaard sono infondate) per ottenere un radicale cambiamento di rotta e di comportamento che scavalchi lattuale mediocrità dei risultati ottenuti. A Siena cambia il disegno tattico (con Pirlo ko, Seedorf centrale, Vogel e Gattuso a proteggere la difesa) oltre che la coppia dattacco.
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