Milano, scatta il piano sicurezza controlli senza fine agli aeroporti

Vertice dei comitati aeroportuali: «Massima allerta. Il gradino successivo è chiudere gli scali»

Claudio De Carli

da Milano

La tensione rimane altissima, la paura di attentati non è solo un’ipotesi che potrebbe colpirci, ieri a Linate e Malpensa una giornata normale, ma di realmente normale in questi giorni c’è poco. I servizi di sicurezza sono aumentati, le ronde pure, saranno anche discrete e nella maggior parte eseguite da agenti in borghese, ma trovarsi un cane che ti fiuta il bagaglio mentre sei, sufficientemente nervoso, sulla punta della poltrona, rimane un’esperienza sgradevole, come assistere alla perquisizione del passeggero che ti siede accanto. Con l’innalzamento dei livelli di sicurezza le file ai check-in sono state inevitabili, sarà anche vero che nei Paesi anglosassoni questo viene accettato con maggior pazienza, ma siamo italiani, e tutto questo ci riesce sempre difficile da digerire.
Dopo l’ispezione della commissione Ue, Malpensa è risultato fra i pochi aeroporti europei certificati relativamente alla sicurezza, controlli svolti durante quest’ultimo inverno durante i quali vennero ulteriormente alzati i sensori agli archetti dei controlli bagagli, uniformandoli ai livelli dei maggiori aeroporti europei. Detto questo la paura rimane tanta, perché sarà pur vero che muoversi con un aereo e tentare di rimanere anonimi sono due cose che non stanno assieme, ma è altrettanto vero che dopo l’11 settembre niente più segue un filo logico. Per accedere a un imbarco si mostrano documenti di identità e di viaggio almeno in due occasioni, il bagaglio viene setacciato e radiografato agli archetti, nelle sale in attesa e ai check-in si rimane sempre almeno qualche decina di minuti sotto gli occhi degli altri passeggeri, ma in situazioni di emergenza, tutto questo alza anche la tensione.
Proprio nella mattina di venerdì a Linate ennesima riunione dei comitati aeroportuali, presenti tutte le componenti, Enac, Enav, Sea e Polaria soprattutto. Qualcuno dei partecipanti al summit, all’uscita della riunione si è lasciato scappare una dichiarazione molto impegnativa: «Oltre questi livelli non si può andare, il gradino successivo è la chiusura degli aeroporti». Molto riserbo sulle procedure che saranno messe in atto, ma fra le nuove disposizioni c’è anche l’ipotesi di cambiare la viabilità di accesso all’aerostazione non consentendo più la sosta delle automobili sotto la tettoia del city airport di Linate. Questa misura di sicurezza ha lo scopo di evitare qualsiasi sorpresa in quanto fino alla tettoia di Linate, l’accesso non è regolato da alcun controllo. L’ipotesi che la commissione aeroportuale sta vagliando, sta prendendo in esame anche una diversa sistemazione dei taxi che sostano a pochi metri dall’entrata in aeroporto. La Security è da diversi anni competenza Sea, circa 600 dipendenti lavorano nei due scali e sono presenti ai varchi doganali e ai controlli radiogeni anche se sempre affiancati da agenti Polaria che ha una funzione coordinatrice. Dopo le nuove direttive Enac scattate subito dopo gli attentati del 7 luglio a Londra, sono aumentati anche i controlli a persona con perquisizioni su passeggeri ritenuti sospetti, tutto viene svolto nella massima discrezione per non aumentare la tensione già sufficientemente alta fra i passeggeri. Non esistono differenze nelle procedure di sicurezza fra i due scali, a Malpensa l’attenzione è più alta in quanto alcune mete sono in Paesi ritenuti a rischio, come Gran Bretagna, Stati Uniti e Israele, ma le stesse scattano a Linate per voli con destinazioni particolari.
In entrambi gli scali è visibilmente aumentato il servizio di sorveglianza soprattutto agli ingressi abitualmente usati dai corrieri, con ronde continue all’interno e all’esterno dei due aeroporti.

A fronte di tutto questo comunque nessun segno di inquietudine da parte dei passeggeri, nelle sale di attesa famiglie, bambini, il solito giro, i terroristi non avranno il privilegio di cambiare le nostre abitudini: è questa la parola d’ordine che nessuno pronuncia ma ognuno ha fatto sua.
Questa mattina, peraltro, a Linate verrà eseguita una prova di finto crash fra due aerei per verificare che tutte le procedure di emergenza scattino come da disposizione Enac.

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