Milano a scuola di cinema

«B isogna offrire ai giovani un'alternativa al classico film americano a basso contenuto culturale e ad alto contenuto d'azione»: su questo punto i due fratelli Soldini coinvolti nel progetto «OffiCine. Fare e Cinema» appena presentato a Milano - Silvio il regista e Emanuele, il professore e direttore dell'Istituto Europeo di Design - sono perfettamente d'accordo. Poi ci sono tutti gli altri obiettivi di questo vasto progetto culturale, frutto della collaborazione tra Anteo Spazio Cinema e Istituto Europeo di Design, con il Patrocinio di due assessorati del Comune di Milano, Cultura e Sport e Tempo Libero: che Milano diventi un set cinematografico usato sempre più spesso dai registi italiani e stranieri, esordienti e affermati. Che il territorio e la città siano scoperti e riscoperti attraverso un mezzo narrativo d'eccellenza come il documentario, attraverso un Laboratorio Permanente. Che si entri nelle classi, tra gli adolescenti, con vere lezioni di cinema, i «Dialoghi con la scuola», tenute da docenti specializzati a partire da settembre. Che la città si «formi» grazie a chi fa cinema attraverso il racconto della storia di questa forma artistica (con un corso di 60 ore tenuto dal critico Paolo Mereghetti dal 29 maggio), dei rapporti tra attore e regista (dal 7 giugno, una settimana insieme a Silvio Soldini, Beppe Battiston e Pierfrancesco Favino), dell'importanza della fotografia (un laboratorio di 5 giorni condotto da Luca Bigazzi, che inaugurerà, il 22 marzo, questo ricco calendario didattico) e della moda (grazie a Giuseppe Ottonello e ai suoi incontri, a partire dal 17 giugno). E che Milano incontri chi fa cinema, in una serie di pomeriggi all'Anteo che partiranno con Fabio Volo (23 marzo, ore 17) e Gabriele Salvatores (26 marzo, ore 15).
«Mi occuperò soprattutto del Laboratorio sul documentario, idea che ebbi già tre anni fa insieme a Bruno Oliviero» ci spiega Silvio Soldini, che fa parte del comitato scientifico del progetto insieme a Paolo Mereghetti, Gabriele Basilico, Paolo Sorrentino e Vincenzo Cerami. «Tre mesi di full immersion nel cinema con una peculiarità che distingue il corso da tutti gli altri: è molto pratico. Mettiamo in mano a chi frequenta una telecamera e si parte da un'inquadratura, poi un filmino di un minuto, per finire con un documentario di 15 minuti, legato al territorio. Obiettivo: trovare un proprio sguardo sulla realtà». Non si tratta di corsi-talent scout, ma di occasioni per incrementare la propria cultura a partire dal cinema, specifica Soldini regista, mentre il professore spiega: «La speranza è che Milano diventi sede stabile di una formazione sul cinema, che si riescano a coinvolgere aziende ed enti, a produrre documentari che valorizzino il territorio, i saperi di Milano e dintorni, la memoria e tutti i diversi "fare" milanesi: la moda, il design, l'artigianato, la creatività, le piccole imprese».


Per ora le sedi dei corsi e degli incontri saranno lo Ied o il cinema Anteo, ma se Milano dovesse rispondere positivamente all'appello, in cantiere c'è la ricerca di una sede: uno spazio dedicato al Laboratorio sul Documentario, dove sviluppare in modo permanente i nuovi progetti di ricerca su questo genere filmico, «un centro di produzione culturale (non solo documentari ma anche fotografia, scrittura, ecc.) profondamente radicato nella realtà milanese e italiana».

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