Gli ultimi che ci hanno provato sono due docenti di un liceo artistico. Si sono inventati il metroscafo, una sorta di metropolitana che scorre lungo i Navigli. Ma il sogno di navigare a Milano è comune a molti. Arrivare in battello fino alla Darsena e utilizzare i corsi d’acqua come vie di trasporto, al pari delle linee del metrò e delle circonvallazioni, è un’idea che piace. E che contribuisce a snellire il traffico in strada.
Lo sanno bene l’architetto Empio Malara e l’associazione Amici dei Navigli. Il loro progetto, che aveva partecipato al bando della Fondazione Cariplo, ha appena ricevuto il parere positivo della Sovrintendenza ai Beni culturali. E sembra avere tutti i presupposti per diventare realtà. Consiste nella realizzazione di una rete navigabile lungo il Naviglio Grande, con cinque fermate. Si parte dalla Darsena e si arriva a Corsico, fermandosi ad Alzaia Naviglio Grande 66, alla stazione di San Cristoforo e a Buccinasco (Mulino di Robarello).
In tutto servirebbero undici battelli. «In questo modo - spiega Malara - potremmo garantire il passaggio delle barche ogni 15 minuti e il servizio diventerebbe davvero competitivo. Abbiamo calcolato che per arrivare a Corsico lungo i Navigli ci si impiegherebbe lo stesso tempo che in autobus». Al progetto ha anche partecipato l’ex assessore al Traffico del Comune di Milano, Edoardo Croci: «Le barche che abbiamo previsto di far navigare - spiega - vanno a motore elettrico, sono alimentate dai pannelli solari e sono quindi a impatto zero. Per di più permettono di portare a bordo anche le biciclette, sia quelle personali sia quelle a noleggio fornite dal Comune. Insomma, Milano non diventerà come Venezia ma tornerà a essere una città d’acqua».
Il progetto dei battelli sui Navigli potrebbe diventare realtà già dalla prossima primavera. E sarà attivo entro Expo 2015, nel nome della mobilità sostenibile. «Il trasporto via acqua - spiega Pietro Gelmini, direttore del Centro studi traffico, che ha partecipato alla progettazione - può essere competitivo. Basta convincere appena l’1 per cento dei 36mila abitanti di Corsico per avere già enormi benefici sulla mobilità e sull’ambiente. Vorrebbe dire il 7 per cento in meno di auto, 244 tonnellate in meno di anidride carbonica ogni anno».
È nato tutto con un tragitto disegnato a matita su un foglio di carta. Poi se ne è discusso, riunione dopo riunione, nella sede del Consiglio di zona 6. Quelli che man mano hanno creduto nel progetto sono stati sempre di più: architetti, tecnici, politici. E, durante gli incontri, si è arrivati alla stesura del piano di fattibilità. Si sono analizzati i costi, si è parlato di come cercare i finanziamenti, si è entrati nel merito delle distanze e dei tempi di percorrenza. Per realizzare il progetto servirebbero finanziamenti pari a 2,7 milioni di euro e altri 3,3 milioni per le undici imbarcazioni. «Stiamo pensando di partecipare - spiega Malara - al bando della Regione Lombardia per coprire il 50 per cento delle spese».
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