Un 2014 in salita: Pisapia si gioca tutto

Un 2014 in salita: Pisapia si gioca tutto

L'anno della verità: tutti i nodi verranno al pettine. Il 2014 sarà decisivo per le sorti politiche di Giuliano Pisapia e della sua amministrazione. Se il semestre post-elezioni del 2011 ha avuto il sapore dolce della luna di miele elettorale, se il 2012 ha regalato alla giunta le aperture di credito legittime delle categorie e dei poteri cittadini, questo 2013 sarà archiviato a Milano come l'anno del crollo. Il crollo delle illusioni, innanzitutto: dove l'indirizzo politico del Comune si è manifestato in modo netto ha determinato malcontento e proteste; dove ha prevalso l'incertezza, alla fiducia è subentrata una delusione consistente e diffusa. Non a caso lo stesso sindaco ha dovuto ammettere che «il nostro lavoro è apprezzato all'estero e non in città». Dal bilancio all'ambiente, da Expo alla politica, tutti i problemi sono aperti e su questi problemi il sindaco e la sinistra si giocano tutto.
I soldi dei cittadini
Fra tutte le emergenze, il bilancio comunale e le scelte sui tributi sono quella che Pisapia ha più pagato in termini di consenso. L'addizionale Irpef, l'aumento di tariffe e contributi, la stangata sui biglietti Atm, il pasticcio sull'Imu. Neanche il più severo dei suoi oppositori avrebbe mai potuto immaginare una serie di misure così anti-popolari (oltre che impopolari). L'enorme salasso dalle tasche dei cittadini, inoltre, in buona parte è andato a coprire una spesa corrente gigantesca. E tuttavia i conti del Comune sembrano ancora, e sempre, fuori controllo. E sui cittadini incombono sempre nuove stangate. Si continuerà a spennarli?
Il tesoro delle partecipate
A proposito di conti da sistemare: il Consiglio comunale ha approvato a larga maggioranza un ordine del giorno che chiede alla giunta un lavoro di ricognizione dell'intero patrimonio comunale, che risulta di immensa portata: un tesoro da 2 miliardi di euro fra A2A, Sea, Milano tangenziali, Milano Serravalle, Milano sport, Milano ristorazione e poi Amat, Atm, Metropolitana milanese, Mir e tante altre società. L'ok della maggioranza è una cosa seria o un contentino?
L'ambiente e il traffico
La contestata Area C si è dimostrata, alla prova dei fatti, solo l'ennesimo strumento per far cassa ai danni dei cittadini. Sul dopo, fra l'allargamento di Area C o l'introduzione di nuove Zone 30, l'incertezza regna sovrana. In compenso, per evitare misure più drastiche sulla circolazione ci si deve affidare ancora alla «danza della pioggia» (che abbassa le polveri). E intanto sui parcheggi la linea non sembra discostarsi da una generica propensione punitiva e ideologica contro le automobili.
I diritti e la moschea
Sul tema dei «diritti civili», che il sindaco ha rivendicato come uno dei (pochi) risultati acquisiti dalla sua amministrazione, la giunta si è mossa con demagogia per accontentare gli elettori più militanti, ma anche con cautela per non perdere pezzi di maggioranza. Alla vigilia di Expo, molti a sinistra chiedono a gran voce quella moschea che era stata promessa in campagna elettorale. Difficile che possa essere realizzato qualcosa di diverso da una sistemazione provvisoria (che i musulmani non gradiscono).
La scommessa di Expo
L'evento più importante della città è davvero dietro l'angolo. È chiaro che il sindaco punta tutto sul semestre dell'esposizione per risalire la china dei sondaggi e arrivare in carrozza al 2016. Il ragionamento è ovviamente fondato ma l'operazione richiede il successo di Expo in termini di visitatori e posti di lavoro. L'effetto boomerang per gli inquilini di Palazzo Marino non è escluso.
Le incognite politiche
La rivoluzione dei sindaci arancioni è finita ben presto nella polvere - altro che lista nazionale, di cui si fantasticava. Ma dal 2011 tutto è cambiato a sinistra. Nichi Vendola era un leader in grande ascesa con la sua Sinistra, Ecologia e Libertà, ora appare azzoppato dalle gaffe e dal ciclone Matteo Renzi.

Pisapia e molti assessori hanno provato un maldestro avvicinamento a Renzi, dopo averlo snobbato nel 2012. Ma è da vedere che contraccolpi avrà sulla giunta il Pd dei «rottamatori». Finora è stato praticamente ininfluente (o umiliato) a Palazzo Marino ma resta l'azionista di maggioranza di Pisapia. Cosa e quanto chiederà?

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