Ada Lucia, l'ingovernabile prima della classe

Il primo giorno in cui entrò a Palazzo Marino, Ada Lucia De Cesaris riuscì a ingannare tutti. Era il 10 giugno del 2011, il sindaco Giuliano Pisapia aveva appena presentato in pompa magna volti e nomi della sua «meravigliosa giunta» e appena uscito nel cortile, l'avvocato-assessore con delega all'Urbanistica scoppiò in lacrime. Quasi impossibile farsi rilasciare un commento. Un agnellino, hanno pensato tutti. Sarà anche questo, evidentemente. Ma da allora De Cesaris, 54 anni, ha mostrato soprattutto un carattere di ferro. Carattere fumantino, le sue sfuriate e le liti con colleghi assessori e collaboratori sono diventate quasi una leggenda tra i corridoi di Palazzo Marino. Ambientalista dura e pura, da avvocato associato allo studio Nespor (da cui si è dimessa una volta nominata assessore) ha difeso i comitati nei ricorsi contro i grattacieli di Citylife. Ironia, in buona parte sono gli stessi residenti che oggi minacciano azioni per bloccare il nuovo stadio del Milan al Portello e la accusano di non fare nulla per fermarlo, anzi. La guerra della De Cesaris contro il cemento e gli immobiliaristi e a favore degli agricoltori (in particolare quelli che coltivano i campi nell'area del parco Sud) è proseguita da assessore all'Urbanistica, con un taglio degli indici edificatori approvato insieme al nuovo Pgt. Con le dimissione (forzate) dell'ex vicesindaco Mariagrazia Guida, Pisapia nel 2013 l'ha nominata come numero due in giunta. E persino il centrodestra riconosce che «il vero sindaco è stata la De Cesaris». Amica di vecchia data della moglie Cinzia Sasso, che già ha la tendenza a raccontare che senza di lei Giuliano sarebbe un uomo perso, anche Ada Lucia ha assunto - o dovuto assumere - buona parte del peso di governo, specialmente da marzo quando con l'annuncio della non ricandidatura Pisapia ha tirato parecchio i remi in barca nell'ordinaria amministrazione. Rimarranno memorabili le liti con l'ex assessore alla Cultura Stefano Boeri (nel suo licenziamento ci ha messo lo zampino) e con il comandante dei vigili Tullio Mastrangelo, e la sfuriata alla festa del Pd nel 2013: chiamata a introdurre un dibattito con l'ex segretario Pier Luigi Bersani, quando le è stata data la parola non ha nascosto di essere «incazzata».

«Mi sono alzata presto stamattina e sono qui da un'ora in silenzio - ha sbottato -: se lo avessi saputo, me ne sarei andata a dormire». Ma era in prima fila con la fascia tricolore lo scorso 25 aprile anche a prendersi i fischi della piazza. Pisapia è entrato 500 metri dopo la «zona di rischio».

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