Appena novanta minuti e solo 29 euro per quella che ha tutto l'aspetto di essere una missione impossibile: riportare sulla retta via la relazione di coppia. Sono le premesse del «Corso pratico di addestramento del partner», promosso dalla neonata piattaforma on line «Let's life» che organizza «una serie di incontri di breve durata e per piccoli gruppi con contenuti di applicazione immediata per aiutare le persone a vivere meglio». In questo caso il nodo è di quelli cruciali, di quelli che richiedono anni di terapie, incontri, scontri, porte sbattute, musi lunghi e plateali riappacificazioni: il rapporto di coppia. La scommessa - che si avvicina di più a una vera e propria missione impossibile - è di fornire in un'ora e mezza gli strumenti per «ritrovare serenità e sintonia con il proprio partner», testuale.
Fantascienza? «Niente affatto», sostiene con la sicurezza della sua esperienza il coach del corso per le coppie traballanti in cerca di nuovi equilibri. Simone Bandini Buti è docente a Politecnico e alla Bocconi. Da venti anni si occupa di formazione in ambito aziendale. Ha alle spalle una cosa come mezzo milione di studenti e migliaia di ore di lezione sulle dinamiche relazionali. Il suo obiettivo è apparentemente ma tecnicamente semplice: applicare lo schema che aiuta a snodare le relazioni capi/dipendenti e tra gruppi anche al rapporto di coppia. Mercoledì il primo incontro (nel caso i prossimi sono il 29/11, 6 e 13/12) al quale si erano iscritte una decina di persone, tra le quali anche un paio di coppie. Di rigore, la ferma intenzione a preservare il rapporto, condita da una buona dose di ironia e il desiderio di mettersi in gioco spendendo una quantità di tempo e denaro come per mangiare una pizza o andare a vedere un film. Risultato? All'uscita i commenti erano molto semplici: facile a dirsi, un po' meno a farsi. L'addestramento ha trasferito la teoria. Sulla pratica c'è solo da fare allenamento. «La tecnica è semplice - spiega il coach - È come quando impari a guidare: spingi la frizione, inserisci la marcia, rilasci la frizione e spingi l'acceleratore. Tre regole, non si scappa. Quanto poi a metterle in pratica e a saperle usare bene è un'altra cosa». Simone Bandini Buti infatti ha pescato la teoria di Thomas Gordon, psicologo americano che ha strutturato un sistema di relazione legato al cosiddetto «ascolto attivo» e all'efficacia della comunicazione. Il suo «Genitori efficaci» è un manuale che ha spopolato tra mamme e papà. E quella teoria l'ha mescolata con la «finestra di Joari» e le sue quattro aree che svelano le persone. Esiste un'area - quella «cieca» - dove tu sai e io non so che opinione hai di me nella quale si sbriciolano nella quotidianità i rapporti di coppia. Il trucco sta tutto qui. «Insegno dei semplici correttivi che poi devono essere applicati nel fornire messaggi adeguati», spiega ancora il coach. Se sapessi quello che pensi di me (ecco la «finestra») tutto sarebbe molto più semplice. Dunque: prima regola aprire la «finestra» su se stessi e (come recita Gordon) non passare l'«you message» ma l'«I message» ovvero i miei sentimenti e le mie emozioni. Un esempio? Serata dagli amici. Il marito scherza sulle scarse qualità della moglie nella cura della casa. Tutti ridono. La moglie meno. Sale in auto e impreca. «Tu hai detto... e bla bla bla e tutti hanno riso». Dice il coach: «Quello che bisogna fare è esprimere come ci si sente. E dire: quello che hai detto mi ha fatto soffrire. Riportare sempre l'attenzione su se stessi, sul proprio sentire e non farsi tiare dentro i facili tranelli che sono le trappole in cui rimangono imbrigliati i rapporti. Se uno ti comunica una propria esigenza alla fine il discorso non può che finire con un mi dispiace».
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