Affissioni, aziende in ginocchio con la doppia stangata comunale

Affissioni, aziende in ginocchio con la doppia stangata comunale

Per due mesi hanno scelto la linea della mediazione «e della fiducia». Ma la pazienza (e i bilanci) sono al limite, «non è escluso che qualcuno passi al muro contro muro, e ricorra al Tar». Ultimatum al Comune. A lanciarlo è il settore pubblicitario, strozzato dalla stangata della giunta Pisapia scattata a metà gennaio con le nuove tariffe della Cosap. E rischia di raddoppiare, visto che dopo la tassa di occupazione del suolo pubblico Milano potrebbe rimodulare - ovviamente verso l’alto - anche l’Imposta comunale sulla pubblicità ferma dal 2006 a 10,5 euro al metro quadro. «Certo - ammette l’assessore alle Attività produttive Franco D’Alfonso - in quel caso dovremo alleggerire la Cosap, si ragionerà». Parole, parole, parole. Le aziende aspettano atti formali urgenti, perché anche nell’ultima riunione a Palazzo Marino giovedì mattina hanno sentito molte parole e nessuna garanzia. Si fa portavoce delle polemiche Lucio Bergamaschi, procuratore generale di Neopolis e una delle figure di riferimento nel mercato delle maxi-affissioni in Italia. Le nuove tariffe della Cosap sono aumentate in media dall’80 al 140%, costi saliti da 5mila a 20-25mila euro al mese per un telo in centro, e «i clienti pagano a 120-150 giorni di distanza, le aziende fanno da “banca” al Comune, devono anticipare la spesa. Con cifre così importanti e di questi tempi, è faticoso avere mutui dalle banche». Senza contare, aggiunge, che per i contratti firmati prima di gennaio «le imprese devono sobbarcarsi il maxi-costo che allora non era previsto, ci sono casi preferiamo la penale al cliente e non esporre lo spot piuttosto che pagare la Cosap. Ci rimette anche il Comune».
Bergamaschi sostiene che il canone applicato alla pubblicità temporanea «è una tassa iniqua e illegittima perché si applica sull’ombra e non sull’effettiva occupazione del suolo (che non c’è perché i nostri impianti non poggiano a terra). Perché hanno tolto ai commercianti l’imposizione sulle tende solari e a noi l’hanno triplicata?». Fa presente che il consiglio comunale si è espresso all’unanimità già il 16 febbraio indicando nel 40% la percentuale massima di aumenti della Cosap per tutte le categorie soggette al pagamento. «È passato oltre un mese e le mozione è tuttora disattesa, provocando gravissimi problemi a tutti gli operatori. Negli ultimi 3 mesi sono saltate già due aziende dei maxi-teli, una terza è sull’orlo del default. Considerando che siamo 10 in tutto, vuol dire che il 30% del mercato è già out. Se va avanti così altri saranno costretti a chiudere o a ridurre drasticamente l’attività non per mancanza di clienti, ma per impossibilità ad anticipare cifre folli al Comune in un momento di forte stretta creditizia».
Venerdì la giunta avrebbe dovuto votare un’informativa per formalizzare gli sconti a categorie come traslocatori, artisti di strada, gruisti. Il Comune assicura che sta già mettendo in pratica la revisione dei coefficienti concordate con l’aula. (ma non sarebbe passibile di ricorsi senza atti formali?). L’ok è slittata alla prossima settimana e gli operatori della pubblicità, che non erano ricompresi nella lista, chiedono alla giunta di «rimediare entro venerdì prossimo» o ci sarà il rischio di ricorsi.

«Cosa aspettano ad intervenire - domanda Bergamaschi -? Basta abbassare i coefficienti da 4 (il massimo) a uno. Se vogliono discuterne con il Bilancio 2012, a giugno le aziende sul mercato potrebbero essere ancora meno. É un settore che produce posti di lavoro. E diversi milioni di imposte comunali».

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