È un ultimatum quello spedito ieri dal coordinatore regionale del Pdl Mario Mantovani a Gabriele Abertini che non ha nessuna intenzione di ritirare la sua candidatura alla Regione. «Albertini - le parole di Mantovani - potrebbe dimostrare quella umiltà e coerenza da lui più volte dichiarata ritirando la sua candidatura per la Lombardia che rischia di consegnare la nostra Regione alla sinistra». In alternativa la richiesta di lasciare «prima delle imminenti elezioni per il Pirellone la poltrona al Parlamento Europeo dove è stato eletto grazie al simbolo Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente».
Una richiesta arrivata alla vigilia del vertice convocato per oggi ad Arcore da Silvio Berlusconi e a cui parteciperanno lo stato maggiore del Pdl e la Lega con il segretario Roberto Maroni. In agenda la soluzione del nodo dell'alleanza che nelle richieste di Berlusconi il Carroccio dovrebbe accettare sia alle elezioni politiche che alle regionali. Con la Lombardia diventata fondamentale nello scacchiere politico, perché qui oltre ad eleggere il nuovo governatore, saranno in palio i seggi decisivi per avere la maggioranza in Senato. Dovesse rimanere spaccato, il centrodestra consegnerà a Bersani e Vendola i senatori sufficienti per avere la maggioranza anche a Palazzo Madama. Ecco il perché del tentativo di convincere Albertini a rinunciare alla candidatura e il pressing dello stesso Berlusconi su Formigoni che probabilmente già oggi abbandonerà pubblicamente Gabriele Albertini, la cui candidatura in Lombardia rischia di spaccare il campo dei moderati, consegnando alla sinistra una facile vittoria. Ma i dirigenti del Pdl, soprattutto quelli dell'area laica, non considerano il passo sufficiente perché il problema ora sono i luogotenenti ciellini come il capogruppo in consiglio comunale Carlo Masseroli, il consigliere regionale bresciano Mauro Parolini o il presidente della Provincia di Cremona Massimiliano Salini tentati, come Mauro, dall'avventura montiana. «Il rischio - si dice in viale Monza è che noi ci prendiamo Formigoni con tutto quello che questo comporta in termini di consenso e poltrone, ma i voti di Cl finiscano a Monti e Albertini».
Ieri, intanto, dopo l'attacco di Berlusconi che davanti alle telecamere di Uno mattina lo aveva descritto «colto da improvvisa ambizione personale», definendo il suo comportamento «inaccettabile e incomprensibile», Albertini ha risposto con una seconda lettera, dopo quella in cui diceva di rifiutare l'offerta di essere capolista del Pdl al Senato. Dicendo di non poter «acconsentire alla tua richiesta», di rinunciare alla candidatura, spiega di mettere in conto la possibilità di perdere. «È molto probabile che la Tua previsione s'avveri, magari con il concorso dei potenti mezzi d'informazione di cui disponi e del peso della Tua Personalità. Posso perdere».
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