All’Auditorium concertoni per tutta l’estate

All’Auditorium concertoni per tutta l’estate

La prossima, sarà una delle estati milanesi più colte. L'assessore Stefano Boeri assicura che aprirà gratuitamente tutti i musei civici milanesi fra il 19 giugno e il 30 agosto. Quanto alla musica. Il massimo di Milano, il teatro alla Scala, chiude i battenti fra metà luglio e l'intero agosto (salvo un concerto il 27). Ma la Verdi lancia la sua prima stagione estiva. Si parte il 5 luglio, stop il 30 agosto, con due concerti a settimana, il giovedì (ore 20.30) e la domenica (ore 18), tutti all'Auditorium Cariplo. Solo un'eccezione per il concerto di Ferragosto, diretto da Ruben Jais, e in collaborazione con il Comune, atteso nella Piazza del cannone con le pagine più scalpitanti di Haendel. Spiccano le tre serate (26, 28,30 agosto) nel segno di Carmen di Bizet con Bignamini sul podio. E ancora, un ciclo di recital pianistici, quindi di musiche legate al cinema e un altro alla danza. Si omaggiano gli States di Bernstein e Gershwin, la Russia sofferente di Sostakovich (Sinfonia Leningrado), e l'Italia. Non manca un assaggio jazz.
Sempre la Verdi, stasera (ore 20 e domenica ore 16), invita all'Auditorium uno dei solisti più seguiti e discussi. E' David Garrett, violinista dalla doppia pelle e anima: coniugate a meraviglia. Lo ricordate ospite al Festival di Sanremo che esegue un brano dei Nirvana imbracciando lo Stradivari? O ancora, sugli spalti dell'Arena di Verona con anfibi, chiodo, borchie, catenelle, jeans stracciati che esegue le Sinfonie di Beethoven in chiave rock? Bene, sappiate che Garrett fa pure 140 concerti l'anno come violinista classico. Ed è in quest'ultima veste che raggiunge Milano. Esegue il Primo Concerto di Max Bruch con l'Orchestra Verdi condotta dal suo Direttore Principale: il texano John Axelrod. Serata che si completa con il Concerto per orchestra di Bela Bartok e di Graznya Bacewicz. Garrett è un violinista crossover, che vince sui due fronti. Questo l'ha fiutato subito la casa discografica Decca che ha registrato un milione di copie e due dischi di platino (in Germania) con il cd Rock Symphonies. Così come l'ultima incisione, con i classici Beethoven (non rock!) Rachmaninov e Kreisler, è già al settimo posto nella classifica pop. Lui, tedesco con lunghi soggiorni a New York, già a 13 anni entrava nella scuderia della Deutsche Grammophon, l'etichetta discografica di Herbert von Karajan. Da allora è stata un'ascesa. Anche aiutata dal personaggio-Garrett: bello e fascinoso, con una mano grande quanto quella (anormale) di Paganini, ci spiega lui. È poi acuto imprenditore di sé. Che alla domanda se non gli basta più la classica, risponde che gli stessi Mozart o Beethoven inserivano la musica contemporanea nei propri testi. Quanto alle immancabili critiche di colleghi allergici alle commistioni musicali, Garrett si gode successi e relativi ricavi rimarcando che tanti partono «da un presupposto sbagliato, credono che popolare equivalga a commerciale». E difende a spada tratta il suo look. Chiedendosi perché mai i concertisti di classica adottino il look di due secoli fa. Il caso vuole che in Conservatorio, oggi (ore 21) sia ospite delle Serate Musicali un altro violinista di punto: il greco Leonidas Kavakos che eseguirà il Sestetto n.

1 e 2 di Brahms. Programma che replicherà l'indomani a Bergamo e il 26 a Brescia nel cartellone del Festival Pianistico Internazionale. Un violinista iperclassico, Kavakos, spesso a Milano diviso fra Conservatorio e Teatro alla Scala.

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