Parte l'operazione pulizia nelle liste regionali. Prima ancora che vengano presentate le candidature per il prossimo giro elettorale, si vogliono mettere le cose in chiaro: non corre né chi è indagato né chi ha «violato il codice di comportamento». I paletti vengono fissati da Roberto Maroni, aspirante presidente della Regione Lombardia, dopo lo scandalo dei rimborsi tra i consiglieri di Lega e Pdl. E anche il presidente uscente, Roberto Formigoni, dà la sua benedizione.
«Ho già avviato una verifica - spiega l'ex ministro - e tutti i consiglieri che hanno violato il nostro codice di comportamento non saranno ricandidati. Fossero anche tutti». Si chiedono moralità e onestà. Ma ovviamente non solo nel centrodestra. «Non ho capito perché la Procura ha guardato i conti di Lega e Pdl e non di altri gruppi - spiega Maroni - Se è sbagliato il sistema, è sbagliato per tutti». In realtà la Guardia di Finanza l'altra mattina è entrata anche negli uffici dell'opposizione di centrosinistra per controllare carte e documenti e verificare eventuali abusi o spese illegittime. Se vincerà le elezioni, Maroni intende mettere mano al regolamento che scandisce i rimborsi spese ai gruppi consiliari, che si basa ancora su una legge in vigore dal 1972. E che, evidentemente, lascia le maglie della rete dei rimborsi un po' troppo larghe. Da qui le cravatte, i proiettili, le sigarette, i cioccolatini e le creme viso inserite tra le voci delle note spese. Un abuso che ha fatto scattare l'avviso di garanzia per peculato per 22 consiglieri regionali di Lega e Pdl e che ne mette nei guai una quarantina. Domani prenderanno il via gli interrogatori. Tra gli indagati anche il capogruppo del Pdl Paolo Valentini che tuttavia smonta i toni dello scandalo. «Sulle spese del gruppo del Pdl al Pirellone - spiega - ci saranno mille euro di abusi» e non 480mila come denunciato. «I rimborsi destinati a tutti i gruppi sono circa 1,3 milioni all'anno e sono contestati tutti quelli degli ultimi cinque anni, mentre ci saremmo aspettati controlli più mirati. Questa materia dovrebbe essere oggetto della Corte dei Conti che però non ha mai fatto nessun rilievo in questi anni». In effetti la gestione dei conti della Regione Lombardia è sempre stata ineccepibile, non solo per i pareggi a fine anno ma per la regolarità delle spese. Tuttavia ora diventa difficile giustificare cene e gratta e vinci. Anche nel Pdl è in corso un controllo interno per verificare chi se ne è approfittato realmente e chi invece è finito nel calderone dei colpevoli senza l'effettiva volontà di fare il furbo. Il partito, spiega Valentini, «ha un controllo molto ferreo, non mi risulta che le cartucce per la caccia e i petardi appartengano al mio gruppo».
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